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2005-2013 La scelta del Papa
Il giurista. Il professore Dalla Torre esamina i passi che attendono la Chiesa
“Un papato forte perché umano”
Cosa succederà nella Chiesa dopo l’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI? La notizia ha subito fatto il giro del mondo.
Il Sir ha intervistato un esperto di diritto canonico ed ecclesiastico, il professor Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta), considerato uno dei più profondi conoscitori della materia.
Qui di seguito le sue risposte.
Anzitutto, quale sensazione ha provato a questa notizia, dal punto di vista umano, spirituale e religioso? “Ho provato una profonda commozione, che nasce dal percepire, dal constatare ancora una volta l’umiltà di questa grandissima persona che è Benedetto XVI.
Sappiamo quanto sia grande come studioso, come uomo di Chiesa, come uomo di cultura. Quindi vedo un gesto di grandissima umiltà e lo interpreto in questa chiave proprio perché, nella misura in cui - immagino - abbia percepito il declino delle proprie forze fisiche insieme al crescere della complessità della ‘modernità’, questo mare in cui la Chiesa deve navigare, egli, per il bene più grande della Chiesa, abbia preso questa decisione con serenità”.
Un fulmine a ciel sereno, è stato definito dal cardinale Sodano questo annuncio. Cosa significherà, in termini concreti, per la prassi canonica indire un Conclave a seguito di una decisione come questa? “Fino al giorno 28 febbraio, alle ore 20,00, il Papa continuerà ad esercitare le sue funzioni nella pienezza dei propri poteri e prerogative.
Da quel momento in poi, come è previsto dalle norme vigenti del diritto canonico, il governo della Chiesa per gli affari ordinari sarà rimesso al Collegio Cardinalizio.
A questo punto il cardinale Decano dovrà convocare il Conclave.
Tutta la materia è stata recentemente disciplinata dalla costituzione del Beato Giovanni Paolo II, ‘Universi Dominici Gregis’, emanata nel 1996”.
A cosa può essere paragonata questa decisione? Esiste nella storia dei pontefici un caso analogo? “Io non sono uno storico della Chiesa e quindi saranno questi studiosi a verificare quali altri eventi di questa natura possano essere paragonati alla scelta di Benedetto XVI.
Certo, oltre al caso famosissimo di Celestino V, proclamato santo, nei momenti più difficili per la Chiesa, in età medievale in cui ci furono vicende molto complesse con la presenza di Papi e anti-Papi, ci furono casi in cui alcuni pontefici, per il bene della Chiesa, assunsero decisioni comunque clamorose o insolite.
Mi pare che il criterio fondamentale, in questo caso, come in altri che gli storici vorranno analizzare, sia quello di constatare come le decisioni siano di fatto state prese sempre in nome del supremo bene della Chiesa”.
Quali tempi e problemi lei vede per le prossime settimane rispetto al governo della Chiesa universale? “Certamente, anzitutto immagino che Benedetto XVI avrà soppesato le conseguenze e gli eventi che si produrranno dopo la cessazione del suo ministero petrino.
Considerando la sua personalità, la sua discrezione e sensibilità, oltre che la sua intelligenza, è immaginabile da parte sua un atteggiamento di grande distacco su tutto ciò che deve avvenire. Vorrà sicuramente lasciare i cardinali nella più assoluta libertà circa le loro future determinazioni. E del resto gli stessi cardinali non potranno sfuggire - questa è una mia idea personale - al problema di individuare una persona che non solo abbia doti religiose, spirituali e intellettuali adatte a reggere il Soglio di Pietro, ma anche che possieda fattori importanti quali carisma, forza fisica, capacità di relazione con la complessità, oggi richieste da un ufficio come quello di guida della Chiesa universale”.
Che dire della differenza di atteggiamenti tra Giovanni Paolo II che ha retto fino all’ultimo, pur essendo piegato dalla malattia, e Benedetto XVI che invece, sentendosi sempre più debole, ha deciso di “lasciare”?
Crolla forse il “mito” del Papa? “Devo dire che si tratta di due personalità molto diverse, come tutti sappiamo.
Io penso che Benedetto XVI, proprio per la persona sensibile che è, ha valutato la propria condizione in maniera diversa rispetto alla valutazione che ne fece il suo predecessore. Non penso che ci sia il rischio di vedere sminuita l’immagine del Papato.
Bisogna pensare che specie tra il 700 e l’800 il Papa è stato molto mitizzato per il fatto che ci furono Papi molto tormentati e costretti a decisioni difficili e dolorose dagli eventi storici.
Cito soltanto Pio VI, Pio VII, Pio IX ma ce ne sono diversi altri. Giovanni Paolo II ci ha poi riportati nella piena umanità con la sua malattia, affrontata con esemplare forza interiore, non rinunciando all’attività propria del suo ufficio.
Così facendo ha mostrato al mondo anche la sua piena umanità, piegata dalla sofferenza ma non vinta.
La scelta di Benedetto XVI invece, è di far prevalere il bene della Chiesa lasciando spazio a un Papa più giovane e in salute, che possa guidarla in questa epoca così difficile e complessa”.
Luigi Crivella
PADRE LOMBARDI - Presi di sorpresa
“Una decisione personale, presa con responsabilitа”
“Il Papa ci ha preso un po’ di sorpresa”. Sono le prime parole pronunciate da padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, nel briefing che ha fatto seguito all’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. “Abbiamo dovuto in tempo breve organizzarci per una situazione così importante”, ha detto il portavoce, ricordando che lunedì in Vaticano era un giorno festivo.
Il Papa, ha proseguito, “ha scelto questa occasione particolarmente significativa, il Concistoro, con il collegio cardinalizio riunito, per dare un annuncio così importante”, in latino al termine della celebrazione.
“È stata una dichiarazione breve - ha commentato padre Lombardi - sono bastati pochi minuti per farla, ed è stata ascoltata con molta attenzione e con il fiato sospeso, anche dai presenti”.
“Credo che la maggioranza delle persone presenti non avesse idea di ciò che il Papa stava per annunciare”, visto che “non era una cosa diffusa o annunciata in precedenza”. Una decisione pensata. Nel briefing, padre Lombardi ha ripercorso e commentato passo dopo passo la dichiarazione del Papa.
“Si tratta - ha commentato - di una decisione pensata, profonda, presa in un clima di preghiera di fronte al Signore che lo ha chiamato a svolgere il suo ministero”.
Così, come egli stesso ha detto, è “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.
“È’ questo - le parole del portavoce vaticano - il motivo fondamentale della sua decisione: un esame di coscienza sulle sue forze in rapporto al suo ministero, al compito da svolgere”.
Il “vigore” delle “forze” che diminuiscono, soprattutto “negli ultimi mesi”, è secondo padre Lombardi il motivo principale che ha portato il Papa a prendere la sua decisione - “libera”, presa “in coscienza davanti a Dio” - a cui “si aggiungono le circostanze del mondo di oggi”, che “esigono un vigore più forte che in tempi passati”, e in cui “i ritmi di vita e del mondo sono sempre più impegnativi”. Il venir meno del “vigore”.
Il “calo delle forze negli ultimi mesi”, ha reso noto padre Lombardi, “è una sensazione che anche noi avevamo notato seguendo la sua attività”, nei sintomi di “una stanchezza e un affaticamento maggiori che in passato, pur svolgendo tutte le sue funzioni”.
Con la sua decisione, Benedetto XVI “ha ribadito lo squilibrio tra i compiti, tra i problemi da affrontare e le forze di cui si sente di non disporre”.
Un Papa, dunque, “ben consapevole della gravità” della decisione che ha reso pubblica, e che anche dal punto di vista “formale” ha tutti i requisiti per rispondere a quanto stabilisce in materia il Codice di diritto canonico, dove al numero 332, paragrafo due si legge: “Nel caso che il Santo Padre rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che sia debitamente manifestata; non si chiede che qualcuno la accetti”.
In questo caso, sono presenti sia i requisiti della “libertà” che della “manifestazione debita”, ha detto padre Lombardi riferendosi al Concistoro. Forse a Pasqua il nuovo Papa. Nella dichiarazione pubblica dopo il Concistoro, Benedetto XVI “ha anche indicato il minuto esatto da cui vige la situazione di sede vacante”, ha fatto notare padre Lombardi, specificando che il Papa “è nel pieno delle sue funzioni e del suo servizio fino al 28 febbraio alle ore 20.00”.
Da quel momento, e cioè di fatto dal 1° marzo, inizia il periodo di sede vacante, che è definito dal punto di vista giuridico dal Codice di diritto canonico e dalla Costituzione apostolica Universi dominici gregis, voluta da Giovanni Paolo II, che “avevamo studiato e seguito in occasione del termine del pontificato precedente”.
A marzo, dunque, ci sarà il Conclave, e “probabilmente per Pasqua avremo il nuovo Papa”. Per padre Lombardi, la decisione di Benedetto XVI è “assolutamente coerente con quello che il Pontefice aveva dichiarato, e che tutti avevamo notato, nel libro-intervista ‘Luce del mondo’, conversando con Peter Seewald”, che ha posto due “domande precise” a Benedetto XVI in merito all’ipotesi di sue dimissioni.
Alla prima domanda su questa eventualità, il Papa aveva risposto che “quando il pericolo è grande non si può scappare. Ecco perché questo sicuramente non è il momento di dimettersi. Ci si può dimettere - aveva aggiunto - in un momento di serenità, o quando non ce la si fa più, ma non si può scappare nel momento del pericolo”.
La seconda risposta è ancora più esplicita. “È immaginabile una situazione in cui lei ritiene opportuno che un Papa si dimetta?”, la domanda del giornalista. Sì, la risposta di Benedetto XVI: “Quando giunge alla chiara consapevolezza di non essere più fisicamente, mentalmente e spiritualmente in condizione di svolgere il suo servizio”.
Una situazione nuova. “Di per sé, si tratta di una situazione nuova, non di una pura ripetizione delle precedenti sedi vacanti”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, padre Lombardi nel briefing ha insistito sull’eccezionalità dell’annuncio dato dal Papa.
“Che io sappia - ha aggiunto - l’unico precedente è quello che conosciamo tutti, e cioè Celestino V”. Dove va il Papa dopo la rinuncia al suo incarico? “Per quello che mi risulta - ha risposto padre Lombardi - quando si ha una sede vacante il Papa si traferisce in primo luogo a Castelgandolfo, e poi, quando saranno terminati alcuni lavori in corso, il Papa si trasferirà nel monastero di clausura sul Colle Vaticano, dove si dedicherà sostanzialmente alla preghiera e alla riflessione, non avendo più compiti di governo”.
“Naturalmente - ha precisato il direttore della Sala stampa della Santa Sede - il Papa non parteciperà al Conclave, avendo lasciato il suo compito di governo”. Nessuna malattia, “grandissima ammirazione”.
“Una decisione assolutamente personale, sua, presa in coscienza, con grande responsabilità, non improvvisata e che non intende condizionare in alcun modo i suoi successori”. Così padre Lombardi, ha sintetizzato le decisione di Benedetto XVI di rinunciare al suo incarico di successore di Pietro. Benedetto XVI, ha aggiunto, “è stato sempre attento a valutare la sua condizione, fisica e spirituale, la sua capacità di lavoro, anche mentale. Ha sempre tenuto presente la necessità di valutare le sue forze.
La sua età è nota a tutti, e anche la sua elevatissima capacità di far sempre fronte ai suoi impegni e alla sua attività, in rapporto alla sua età”. “Non mi risulta che ci sia nessuna malattia in corso che influisca su questo tipo di decisione”, ha risposto padre Lombardi a una domanda in merito”.
Il portavoce vaticano ha inoltre espresso la sua “grandissima ammirazione” per la scelta del Papa, che ha riconosciuto “con lucidità e coraggio” il venir meno delle sue forze.
Per Lombardi si tratta di “un atto che richiede grande coraggio e determinazione: è chiaro che non è stata una decisione improvvisata, ma consumata nella responsabilità davanti a Dio”.
a cura di M. Michela Nicolais
Fonte: IL POPOLO
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Data: 15/02/2013