Sabato, 27 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI QUARESIMA

II DOMENICA DI QUARESIMA

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Gen 12,1-4)
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (2Tm 1,8-10)
Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.

VANGELO (Mt 17,1-9)
Il suo volto brillò come il sole

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

IL BEATO

Beato Innocenzo da Berzo

1/Beato Berzo.jpgQuesta settimana il Beato di cui parliamo è Innocenzo da Berzo, al secolo Giovanni Scalvinoni che Papa Giovanni XXIII beatificò il 12 novembre 1961 a Roma e che la Chiesa ricorda il 3 marzo.

Nacque a Niardo, in provincia di Brescia, il 19 marzo 1844 da un’umile famiglia, composta dalla madre e dal padre che morì poco dopo la sua nascita.

Ricevette l’istruzione nel collegio di Lovere per cinque anni e poi nel seminario di Brescia dove, il 2 giugno 1867, ricevette l’ordinazione sacerdotale.

Il suo primo incarico, come vicario, fu a Cevo, in Val Saviore, dove rimase per due anni prima di essere nominato vice-rettore nel Seminario di Brescia. Poi fu inviato come vice parroco a Berzo Inferiore e insegnò come professore.
I compiti di responsabilità direttiva si rivelarono per lui una vera sofferenza, mentre era insuperabile quando si trattava di aiutare un povero o di restare in adorazione davanti al tabernacolo, di leggere e studiare. Il 16 aprile 1874 don Giovanni, a 30 anni, con il consenso della mamma e del vescovo, decise di seguire la chiamata che sentiva nel cuore ed entrò nel convento cappuccino dell’Annunciata, oggi a Piancogno, dove iniziò il noviziato con il nuovo nome di fra’ Innocenzo da Berzo chiamato poi, confidenzialmente, “ol fratì” o “fratasì de Berz”.
La sua biografia da cappuccino è di grande semplicità. Dopo la prima professione del 29 aprile 1875 fu destinato al convento di Albino. Vi rimase solo un anno e poi ritornò all’Annunciata, dove emise la professione solenne il 2 maggio 1878 e fu nominato vicemaestro dei novizi.
L’incarico durò poco poiché il noviziato fu portato a Lovere. Il ministro provinciale, amico di Rosmini, p. Agostino da Crema, lo chiamò a Milano nel 1880 a far parte del gruppo redazionale della rivista Annali Francescani.
Pochi mesi dopo, a febbraio 1881, fu mandato per supplenza al convento dei Sabbioni di Crema e a giugno ritornò alla sua solitudine dell’Annunziata. Superiori e confratelli si convinsero di lasciarlo tranquillo nel suo isolamento.

Si distinse per alcuni fenomeni mistici quali la capacità di leggere il cuore, la levitazione, le estasi e le benedizioni miracolose. Questi fenomeni, testimoniati al processo di beatificazione, attirarono moltissime persone al Convento dell’Annunciata.
Ammalatosi gravemente ad Albino, fu trasferito nell’infermeria dei cappuccini di Bergamo, dove morì il 3 marzo 1890.
Seppellito prima a Bergamo, fu portato poi a Berzo Inferiore. Una parte delle sue reliquie sono a Niardo e le altre sono sotto l’altare a lui dedicato all’Annunciata, meta di numerosi pellegrini.

Daniela Catalano

Data: 06/03/2023



Archivio Notizie


Diocesi di Tortona

p.zza Duomo, 12
15057 Tortona (AL)

CONTATTACI

Il magazine della Diocesi

Il Popolo

VEDI ONLINE

oppure

SCARICA L'APP

La radio ufficiale della Diocesi

RadioPNR

VEDI ONLINE

oppure

SCARICA L'APP


©2023 - Diocesi di Tortona