Sabato, 27 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Sap 11,22-12,2)
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

Dal libro della Sapienza

Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA (2Ts 1,11-2,2)
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

VANGELO (Lc 19,1-10)
Il Figlio dell'uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

IL SANTO

1/san volfango.jpgSan Volfango

Un monaco e vescovo benedettino tedesco è il santo che la Chiesa venera il 31 ottobre.

San Volfango (Wolfango) nato in Svevia (zona della Germania a nord del lago di Costanza) intorno al 924, visse alla fine del X secolo. Appartenente a una famiglia benestante, ebbe come precettore un chierico e fu allievo della famosa scuola dell’abbazia benedettina di Reichenau dove si distinse nello studio sotto la guida dell’illustre Stefano da Novara.

Conobbe e divenne amico di Enrico, futuro vescovo di Treviri, che fu determinante nelle successive decisioni della sua vita. Durante gli studi a Würzburg, Volfango maturò la vocazione monastica ma prima seguì Enrico a Treviri, in Renania, che lo chiamò a dirigere la scuola arcivescovile, come decano del Capitolo e fu molto apprezzato come insegnante.

Alla morte dell’amico, Volfango all’età di circa quarant’anni, nel 965, lasciò l’incarico e si ritirò nell’abbazia di Einsiedeln che oggi è nel territorio della Svizzera. Intorno al 970 il vescovo Ulrico di Augusta l’ordinò sacerdote durante una visita al monastero. Dopo questo avvenimento e a seguito di una visione, il santo sentì un forte impulso a lasciare il monastero e a dedicarsi all’evangelizzazione di quei grandi territori dell’Europa centrale che, in quegli anni, stavano, entrando in contatto con il Cristianesimo, come la Boemia e la Pannonia, attuale Ungheria.

Come monaco errante ebbe scarso successo ma fu notato dal vescovo di Passavia, che conosciute le grandi qualità e lo propose ad Ottone I per la nomina a vescovo di Ratisbona. Con qualche resistenza, nel 972 Volfango accettò di essere nominato vescovo di Ratisbona e di tutta la Boemia.

Si distinse per uno stile semplice e umile. Prese due decisioni coraggiose che consentirono lo sviluppo del Cristianesimo nelle terre a lui affidate: rinunciò alla Boemia per erigerla come diocesi autonoma con sede a Praga e rinunciò al priorato di Raichenau.

In entrambi i casi volle che il vescovo e il priore fossero vicini al popolo loro affidato.

Quando nel 976 esplose la lotta tra Enrico il Litigioso e l’imperatore Ottone II, cui Volfango era fedele, lui si ritirò presso l’abbazia di Mondsee. In questo periodo una leggenda narra che fu eremita tra i boschi e per questo è patrono dei boscaioli.

Nel 994, durante un viaggio pastorale lungo il Danubio, fu colpito da una grave malattia e si fece trasportare nella vicina chiesa di Pupping dove si confessò, si comunicò e morì ai piedi dell’altare la notte del 31 ottobre.
Fu sepolto nel monastero di Sant’Emmeram. Le reliquie riposano nella cattedrale di Ratisbona.
Fu canonizzato il 7 ottobre 1052 da Leone IX.

Daniela Catalano

Data: 29/10/2022



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