Via Crucis del venerdì
Dalla croce si sale verso il paradiso
TORTONA - «Che cosa significa per noi la Croce di Gesù?». Con questa domanda è iniziata la meditazione di Mons. Marini al termine della terza Via Crucis del Tempo di Quaresima, da lui presieduta in cattedrale venerdì scorso, alle ore 21.
La risposta al quesito è stata triplice: la croce innanzitutto è rivelazione. «Nella croce – ha detto il vescovo – apprendiamo il mistero di Dio e il mistero della nostra vita». Il crocifisso rivela «l’a-more infinito di Dio per noi, che arriva fino alle estreme conseguenze» ma svela anche «il nostro volto e ci dice quello che siamo: dei poveretti».
«Miseri, – ha aggiunto – ma oggetto di misericordia, caduti nell’abisso del nostro peccato, ma rialzati dall’immensità della misericordia di Dio».
Poi Mons. Marini ha spiegato che la croce è anche «l’unica vera scala che ci porta al paradiso» come affermava S. Rosa da Lima. Rende cioè possibile «il passaggio dal tempo all’eternità, da questa valle al paradiso di Dio».
Infine la croce è «un albero di vita, piantato lungo il fiume della nostra esistenza terrena, che scorre veloce e a volte insidioso». Solo aggrappandoci a quell’albero della vita è possibile stare al sicuro, perché «custodisce dalle insidie del male che continuamente bussano alle porte della nostra vita».
La recita del Padre Nostro ha concluso la preghiera.
Data: 25/03/2022