Indicazioni per le celebrazioni funebri dal 4 maggio: il decreto del Vescovo
Il DPCM del 26 aprile 2020, all’art. 1, comma 1, lettera i) prevede che a decorrere dal 4 maggio 2020 “sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
A seguito di tale decreto la Segreteria Generale della CEI ha posto al Ministero dell’Interno un quesito concernente la celebrazione esequiale. Alla risposta da parte del Ministero, la Segreteria Generale della CEI ha fatto seguire una Nota complementare indicando alcune misure alle quali ottemperare con cura nel rispetto della normativa sanitaria.
In osservanza delle suddette normative,
dispongo
per tutto il territorio della Diocesi di Tortona
fino a nuove normative
le seguenti indicazioni pastorali per la celebrazione dei funerali.
1. Luogo della celebrazione
I funerali vengano celebrati al cimitero, non essendo possibile radunarsi in due luoghi distinti (prima in chiesa e poi al cimitero) come indicato dal Ministero dell’Interno. Si preferisca rimanere all’aperto anche in presenza di una cappella cimiteriale.
2. Due riti possibili
2.1. Esequie nella Liturgia della Parola (senza la S. Messa)
Ritengo che questa forma sia, nelle attuali condizioni, da preferire.
Ci si attenga a quanto prevede il Rito delle Esequie (2011) – ricordo che questo rituale è obbligatorio dal 2012 – al cap. IV, pagg. 129-148. Di seguito ricordo la sequenza rituale:
RITI INIZIALI: canto e orazione
LITURGIA DELLA PAROLA: proclamazione della Parola, breve omelia, professione di fede (se non viene fatta al sepolcro), preghiera dei fedeli.
ULTIMA RACCOMANDAZIONE E COMMIATO: invito alla preghiera, aspersione, incensazione, orazione.
BENEDIZIONE DEL SEPOLCRO: professione di fede (se non fatta dopo l’omelia), orazione e aspersione del sepolcro; benedizione e congedo.
Il rito non prevede la distribuzione della Santa Comunione.
La Liturgia della Parola è momento significativo del suffragio, è annuncio della Risurrezione del Signore ed espressione umana del cordoglio cristiano.
Pur nella raccomandata brevità della celebrazione, si abbia cura di fare in modo che “i riti splendano per nobile semplicità” (Sacrosanctum Concilium, n. 34).
Si indossino sempre i paramenti liturgici previsti (camice, o cotta, e stola del colore esequiale con l’eventuale aggiunta del piviale, cfr. Rito delle Esequie, n.100).
Si abbia cura che i fedeli possano facilmente ascoltare, procurandosi una semplice amplificazione.
Si ricordi che questa modalità rituale ha valore di suffragio per i defunti, come pure le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza (cfr. CCC n. 958; n. 1032).
Per non privare i defunti del particolare suffragio del Sacrificio eucaristico (cfr. CCC n. 1371), si stabilisca di celebrare la S. Messa in parrocchia appena sarà possibile.
2.2. Esequie nella S. Messa
È possibile celebrare la S. Messa, sempre al cimitero, laddove vi siano le condizioni opportune per una agevole e dignitosa celebrazione.
L’esperienza della visita pastorale mi dice che raramente le cappelle cimiteriali risultano essere idonee alla celebrazione esequiale, sia dal punto di vista liturgico sia rispetto alle attuali normative sanitarie.
3. Norme sanitarie per il contenimento del contagio
A tutti ricordo che in questo momento è necessaria molta prudenza: il territorio piemontese e lombardo della nostra Diocesi continua ad essere tra i più colpiti. L’insofferenza e la non osservanza delle norme è mancanza di attenzione verso gli altri e verso se stessi. Tutti desideriamo tornare presto a poterci radunare come assemblea: proprio per questo motivo osserviamo con attenzione quanto disposto. In questa materia le opinioni personali restano tali e non possono in nessun modo diventare indicazioni in contrasto con la normativa qui esposta.
Le norme che seguono devono essere osservate per entrambe le forme rituali sopra indicate, con alcune specifiche attenzioni per la celebrazione eucaristica.
3.1. Si può celebrare con un massimo di 15 persone: questa norma va comunicata anticipatamente ai familiari anche avvalendosi della collaborazione delle imprese funebri – che ringraziamo – per evitare spiacevoli discussioni al momento delle esequie.
3.2. Deve essere osservata la distanza tra le persone di almeno un metro. Tutti, celebrante compreso, devono indossare le mascherine, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca.
3.3. Si preferisca rimanere all’aperto nell’area cimiteriale. Qualora si scegliesse di utilizzare la cappella del cimitero occorre che lo spazio sia sufficiente per garantire il distanziamento tra le persone e che il luogo sia previamente sanificato (vedi in allegato le raccomandazioni circa la sanificazione dei luoghi di culto, degli arredi e dei corredi liturgici del Ministero dei Beni culturali). Quasi sempre le cappelle cimiteriali risultano di proprietà comunale: in tal caso si richieda all’amministrazione comunale l’intervento di sanificazione.
3.4. Qualora si scelga di celebrare le esequie nella Messa, si seguano con attenzione le
seguenti norme:
a. il celebrante si lavi le mani (utilizzando acqua con igienizzante oppure con
disinfettante) prima della Messa per preparare i vasi sacri e prima di distribuire la
Santa Comunione, in modo che il gesto sia visto dai partecipanti;
b. le particole per i fedeli siano in una pisside a parte: pisside, patena e calice restino
sempre coperti;
c. sarà il celebrante a recarsi ai fedeli per distribuire la Santa Comunione, al fine di
poter garantire il mantenimento delle distanze di sicurezza.
d. la Santa Comunione venga data sulle mani, avendo cura di non toccare le mani
dei fedeli;
e. si ometta lo scambio della pace e si ricordi di evitare nel porgere le condoglianze
strette di mano e abbracci.
3.4. La nota complementare della CEI al testo del Ministero dell’Interno prevede quanto
segue:
«Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un
addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un
termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le
celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura
corporea superiore ai 37,5°C».
Questa norma è oggettivamente di difficile osservanza: suggerisco che ci si confronti
con le amministrazioni locali e con le imprese funebri per cercare le possibili soluzioni.
Possiamo certamente ricordare a tutti i fedeli l’obbligo di rimanere a casa in presenza
di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali e raccomandare di
non partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è
stato contatto con persone positive al virus nei giorni precedenti.
Con la certezza che “Egli prendendo su di sé la nostra morte ci ha liberati dalla
morte e sacrificando la sua vita ci ha aperto il passaggio alla vita immortale” (Messale
Romano, Prefazio dei defunti II), vi assicuro il mio ricordo all’altare del Signore.
Tortona, dal Palazzo Vescovile,
1 maggio 2020.
Data: 01/05/2020