Venerdì, 17 Maggio 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Le letture della domenica

PRIMA LETTURA (Ger 31,7-9)
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.

Dal libro del profeta Geremìa

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)

Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

SECONDA LETTURA (Eb 5,1-6)
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.

Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».

VANGELO (Mc 10,46-52)

Rabbunì, che io veda di nuovo!

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

IL SANTO

1/Francisco Diaz_1.jpgSan Francesco Diaz

La Chiesa il 28 ottobre fa memoria di San Francesco Diaz del Rincòn, domenicano morto martire in Cina nel 1748 e appartenente al gruppo di martiri domenicani che furono beatificati il 6 gennaio 1893 da papa Leone XIII e canonizzati da papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre del 2000.

La ricorrenza liturgica per questo gruppo è il 9 luglio, oltre al giorno del proprio martirio.
La presenza del cristianesimo cominciò ad affacciarsi in Cina nel XII secolo, ma con l’avvento al potere della dinastia dei Ming nel 1370, ci fu una battuta d’arresto fino alla fine del secolo XVI.

La ripresa dell’evangelizzazione si ebbe soprattutto con il gesuita Matteo Ricci arrivato in Cina nel 1583, Le condizioni politiche continuarono ad essere favorevoli al cristianesimo, anche al tempo della dinastia Manciù (1644) e fino quasi alla morte dell’imperatore Kang-Hi, anche se nel 1648, in una isolata esplosione di violenza perse la vita il missionario domenicano san Francesco Fernandez de Capilla, protomartire della Cina.
A seguito della questione dei riti cinesi e delle disposizioni provenienti dalla Santa Sede, l’imperatore Kang-Hi si inasprì, cominciando ad avversare i missionari cattolici.

Nel 1736-37 con Kien-Lung si proibì la predicazione della religione cristiana. All’opera di evangelizzazione della Cina cooperarono, i Domenicani dal 1587, i Francescani dal 1590, gli Agostiniani dal 1680 e i Lazzaristi dal 1711.
Nel 1747-48 si ebbero cinque martiri domenicani tra cui Francesco Diaz, nato a Ecíja nell’Andalusia, il 2 ottobre 1713 ed entrato a 17 fra i domenicani.
Fece la sua professione il 12 settembre 1731.
Nel 1735, spinto dalla sua fervente vocazione missionaria andò nelle Filippine e poi raggiunse la regione del Fukien in Cina.
A causa della persecuzione contro i missionari cristiani, fu arrestato, processato e condannato a morte insieme ai quattro confratelli conterranei.
La sentenza mediante strangolamento, fu eseguita la sera del 28 ottobre 1748 dopo circa due anni di carcere, aveva 35 anni e era il più giovane del gruppo dei domenicani martiri.

Le reliquie di tutti e cinque i martiri, furono raccolte dai fedeli e portate a Manila nelle Filippine, dove si venerano nella chiesa di S. Domenico

Data: 21/10/2015



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