Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Immacolata Concezione - II Domenica di Avvento

Immacolata Concezione - II Domenica di Avvento

Prima lettura

Dal libro della Gènesi

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e
la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno». 
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Salmo responsoriale

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Seconda lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Commento

In questo anno 2013 la solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria coincide con la seconda domenica del Tempo di Avvento.
La Congregazione per il Culto Divino ha concesso che la solennità dedicata a Maria venga celebrata in tutte le diocesi d’Italia nel giorno proprio, l’otto dicembre appunto, con la disposizione che si mantenga come seconda lettura della Messa quella della II domenica di Avvento, facendo menzione al tema dell’Avvento nell’omelia e nella preghiera dei fedeli. E in effetti la Vergine Maria diviene per noi un esempio di come vivere questo tempo di Avvento, di come attendere il Signore che sta per nascere in mezzo a noi. Il Vangelo di Luca ci presenta una ragazza di circa 14 anni, di un piccolo centro della Galilea, Nazareth, nella estrema periferia dell'Impero romano. Era una fanciulla come tutte.
Nella festa di oggi noi ricordiamo il giorno in cui Maria fu concepita dai suoi genitori, Gioacchino e Anna, senza peccato, cioè senza la macchia della colpa originale. È a dire che Maria era preservata dal dramma della lontananza da Dio propria di Adamo ed Eva e di ognuno di noi. Su di lei si era posato lo sguardo di Dio in modo del tutto particolare, tanto da renderla esente dal peccato originale. Fin dall'inizio, dal concepimento, fu scelta per essere la madre di Gesù: non poteva essere ferita dal peccato colei che doveva divenire la madre del Figlio di Dio.

La nascita immacolata non fu dunque un suo merito, ma una grazia. Il Signore preparò in lei una dimora degna di suo Figlio. Questo mistero di Maria non è estraneo alla comunità dei credenti. Come Dio ha posato su di lei il suo sguardo nel momento del concepimento, così l'ha posto anche su di noi, come nota l'apostolo Paolo: "In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati". Maria, e noi con lei, siamo stati scelti da Dio ancor prima della creazione.
E siamo stati scelti per essere santi e immacolati. Non a caso l'apostolo dice "siamo stati scelti" e non "abbiamo scelto". Il nome di ognuno di noi è stato pronunciato da Dio e siamo venuti all'esistenza. Siamo frutto dell'amore di Dio. Il suo cuore ci pensa e noi veniamo alla luce. I nostri genitori sono entrati in questo processo d'amore. Il nostro nome inizia nel cuore di Dio e in esso dimora per sempre. In questa festa contempliamo la grandezza dell'amore del Signore e le meraviglie che riesce a compiere attraverso di noi se non tradiamo la sua predilezione. Maria, scelta per divenire la madre di Gesù, ha accettato pienamente questa vocazione.

Non era né facile, né scontato. Quando l'angelo le portò il saluto di Dio, Maria si turbò. Non aveva, infatti, una grande considerazione di sé, al contrario dei sentimenti che in genere abitano nei nostri cuori. È proprio qui il nodo del peccato originale: l'orgoglio e il senso di autosufficienza. Maria non si esalta all'annuncio dell'angelo. Al contrario si turba, come nota l'evangelista. Così dovrebbe accadere ad ognuno di noi, ogni volta che ascoltiamo il Vangelo. Se ascoltiamo il Vangelo con disponibilità sentiamo anche noi il cuore trafiggersi: questo è il turbamento.

L'angelo però la conforta: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù". E aggiunge: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra". Non ci è dato conoscere i pensieri di Maria in quel momento. Potrebbe dire "no", restare nella sua tranquillità, ma a differenza di noi, non conta sulle sue forze, ma solo sulla Parola di Dio.

Per questo dice: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
Ella, la prima amata da Dio, è anche la prima a rispondere "sì" alla chiamata. Maria è davanti a noi, davanti agli occhi del nostro cuore, perché contemplandola possiamo imitarla e ricevere anche noi il tenero abbraccio del Figlio che ci riempie il cuore e la vita.

La Santa

1/Maria Maravillas Pida.JPGLa Chiesa l’11 dicembre ricorda santa Maria Maravillas Pidal y Chico de Guzman. Nacque a Madrid il 4 novembre 1891 da Cristina Chico de Guzmán y Muñoz e Luis Pidal y Mon. Suo padre, secondomarchese di Pidal, fu nominato Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede.

Nell’infanzia, fu soprattutto la nonna materna a curare la formazione religiosa della piccola Maria che già a cinque anni avvertì il richiamo della vita consacrata e fece voto di castità. Crescendo, curò la propria formazione culturale senza tralasciare le opere di carità, rivolte soprattutto ai poveri e agli emarginati e si pose sotto la direzione spirituale di P. Juan Francisco Lopez. Attraverso la lettura degli scritti di Teresa d’Avila e di Giovanni della Croce maturò la decisione di consacrarsi al Signore entrando nel monastero carmelitano di El Escorial a Madrid, dove pronunciò i voti il 7 maggio 1921.

Nel 1923 sentì che il Signore la chiamava a fondare un monastero carmelitano nel Cerro de los Angeles, dove nel 1919, il re Alfonso XIII aveva inaugurato un monumento al Cuore di Gesù e aveva consacrato la Spagna al Sacro Cuore. Il Cerro (Colle) de los Angeles è considerato il centro geografico della Spagna, si trova vicino a Getafe, nei pressi di Madrid. Nominata  priora della nuova Comunità dal Vescovo, il 31 ottobre del 1926, vide inaugurato il monastero che seppe animare con fortezza e dolcezza.

Visse la sua vita contemplativa interessandosi delle necessità dei bisognosi e il suo amore per la Croce la portò a dormire per più di 35 anni per sole tre ore al giorno, vestita e seduta per terra con la testa appoggiata al letto. Nel 1933 otto sue suore fondarono un monastero di clausura a Kottayam in India. Durante la guerra civile spagnola, il 22 luglio 1936, fu costretta a lasciare il monastero con tutte le sue consorelle. Accolte dapprima dalle Orsoline francesi di Getafe, nell’agosto seguente ripararono in una casa di Madrid. Poi, attraverso Valencia, Barcellona e Lourdes, rientrarono dall’altra parte della Spagna, stabilendosi nell’antico eremo dell’Ordine Carmelitano a Las Batuecas (Salamanca). Nel maggio 1939 venne riaperto il monastero del Cerro de los Angeles. Grazie alla fioritura di vocazioni carmelitane, furono aperte diverse Case.

La santa restaurò e potenziò, nel 1966, il monastero dell’Incarnazione di Avila e la casa di S. Tere-sa. Fece costruire un convento e una chiesa per i Carmelitani Scalzi in provincia di Toledo. La gente la chiamava “santa Teresa di Gesù del XX secolo”. Si ritirò nel 1961 nel convento di La Aldehuela (Madrid) da dove in grande povertà, diresse il movimento e la vita regolare dei tanti monasteri, con la sua parola e il suo esempio. Il 14 dicembre 1972 la Santa Sede approvò “l’associazione di S. Teresa”, di cui venne eletta presidente, impegnata in iniziative sociali, volta a favorire l’unione tra i monasteri carmelitani e ad aiutare le case associate.

Fondò, nel 1967, a Ventorro, collegi per bambini poveri privi di scuole e nel 1969 consegnò 16 case prefabbricate ad altrettante famiglie. Tra il 1972 e il 1974 aiutò e sostenne la costruzione di un rione di 200 abitazioni, a Perales del Rio, collaborando con il parroco locale.Alarcón (Madrid) aprì una casa per accogliere le monache bisognose di assistenza medica. Ebbe un carattere sereno ed equilibrato, contenuta ma profonda nel parlare e seppe sempre comunicare a quanti l’accostarono allegria  e pace.

Il suo maggiore interesse fu sempre quello di condurre anime a Dio e spesso diceva: “Questa vita passa come un volo, e l'unica cosa che vale è ciò che facciamo per l'altra”. Ebbe una vita interiore ricca di grazie mistiche, come testimoniano le sue lettere scritte ai direttori spirituali. Il Venerdì Santo del 1967 fu colpita da una polmonite e da allora andò indebolendosi. Sopportò con pazienza e spirito di fede e amore le infermità.

Morì nel Carmelo di La Aldehuela 1’11 dicembre 1974. Giovanni Paolo II la proclamò beata il 10 maggio 1998, in Piazza S. Pietro, a Roma. Solo due mesi dopo, avvenne il miracolo che fu decisivo per la canonizzazione, avvenuta a Madrid, il 4 maggio 2003, da parte dello stesso pontefice e a meno di 30 anni dalla morte. La sua salma riposa nella cappella del monastero di La Aldehuela a Madrid.

Approfondimenti

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Data: 30/11/2013



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