San Marzano: Il Vescovo Emerito di Tortona Mons. Vittorio Viola ha presieduto il Pontificale.
Con Mons. Marini e Mons. Canessa hanno concelebrato altri nove vescovi
«Il martirio di San Marziano profuma di Pasqua»
TORTONA - La Chiesa di Tortona lunedì 6 marzo ha vissuto una grande gioia. Una gioia destinata a essere ricordata nella sua storia millenaria e sgorgata dal suo patrono, San Marziano, che 1900 anni fa morì martire per annunciare il Vangelo di Gesù in questa terra. Una gioia che è stata amplificata dal fatto di vedere riuniti, intorno allo stesso altare, gli ultimi tre successori del primo vescovo evangelizzatore.
Mons. Guido Marini e gli Emeriti Mons. Martino Canessa e l’Arcivescovo Mons. Vittorio Viola si sono ritrovati insieme, in cattedrale, alle ore 18, per il solenne pontificale come «segno bello della successione apostolica nella Chiesa tortonese e di una comunione effettiva ma anche affettiva, motivo di tanta gratitudine al Signore».
Mons. Marini, all’inizio della celebrazione, ha preso la parola per rivolgere il suo affettuoso saluto a Mons. Viola e ai confratelli vescovi che hanno accolto il suo invito a unirsi al momento di devota preghiera in onore del santo.
Erano presenti l’Arcivescovo di Genova Mons. Marco Tasca, Metropolita e presidente della Conferenza Episcopale Ligure, Mons. Luigi Testore di Acqui Terme, Mons. Marco Prastaro di Asti, Mons. Gianni Sacchi di Casale Monferrato, Mons. Edoardo Aldo Cerrato di Ivrea, Mons. Adriano Cevolotto di Piacenza-Bobbio, Mons. Maurizio Gervasoni di Vigevano, Mons. Marco Arnulfo di Vercelli e Mons. Domenico Sigalini in rappresentanza del vescovo di Brescia.
I prelati intervenuti sono giunti dalle Diocesi vicine e da quelle legate al culto e alla devozione di San Marziano.
Il vescovo Guido ha rivolto a Mons. Viola l’abbraccio della città, a nome del sindaco Federico Chiodi, del Viceprefetto Paolo Ponta, in rappresentanza del Prefetto di Alessandria e delle autorità civili e militari intervenute e poi quello dei vicari episcopali, dei canonici, dei sacerdoti, dei diaconi, dei religiosi e delle religiose della diocesi, di tutti i fedeli e i membri delle varie associazioni cittadine e diocesane e, infine, il suo personale. All’Arcivescovo e Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Mons. Marini ha espresso profonda amicizia e gratitudine per l’importante ruolo che svolge a servizio della Chiesa universale.
A lui e al vescovo emerito Martino Canessa ha, poi, ribadito, la sua ferma volontà a considerarli sempre «non solo benvenuti ma attesi e desiderati», perché «questa nostra terra, questa nostra Chiesa, questa nostra famiglia è la vostra terra, è la vostra Chiesa, è la vostra famiglia».
Dopo un lungo e caloroso abbraccio “fisico” tra i due prelati, anche Mons. Viola, visibilmente commosso, a sua volta, ha espresso parole di ringraziamento e di autentica stima verso il pastore diocesano; rivolgendosi al sindaco e ai presenti, poi, ha dichiarato di considerare Tortona “la sua residenza del cuore”.
Nell’omelia, appassionata e incisiva, l’arcivescovo ha richiamato l’attenzione sull’importanza del martirio del santo che si spiega alla luce della Parola di Dio la quale “deve fare qualcosa nella vita di chi l’ascolta”. Citando il passo del vangelo di Luca della liturgia propria del santo, nel quale si narra di Gesù che invia 72 discepoli nel mondo, Mons. Viola ha evidenziato la condizione di fragilità, debolezza e precarietà che contraddistingue questi uomini.
Essa è necessaria «perché si manifesti a pieno la potenza della notizia che annunciano – il Regno di Dio è vicino – e perché sia evidente che la forza non viene da loro, ma viene da Lui che li ha mandati, dalla sua potenza».
«Tutti coloro che sono mandati ad annunciare il Vangelo – ha proseguito – sono chiamati a fare l’esperienza di chi è abitato da una potenza di amore che è il suo desiderio di raggiungere tutti con la possibilità, che viene solo da Lui, di essere salvati, di ristabilire quel disegno originario per il quale siamo stati pensati».
Questo è avvenuto anche per Marziano «che si è reso disponibile ad amplificare la missione dei 72 in questa nostra benedetta terra tortonese».
Il martirio di Marziano ha detto il vescovo Vittorio è «una visibilità sacramentale della Pasqua di Gesù, perché è piena partecipazione all’offerta, al sacrificio di Cristo sulla croce».
«È così che Marziano ha annunciato la parola di salvezza, vivendola nella sua carne, posseduto dall’amore che ci permette di fare esperienza anche nella morte – anzi soprattutto nella morte – della potenza di salvezza, della Pasqua di Gesù e per questo il suo martirio «profuma di Pasqua».
Quella «purezza dell’offerta d’amore che è capace di trasformare le cose, anche quelle che umanamente ci sembrano senza speranza» ha auspicato che «possa riempire ogni nostra realtà e il nostro cuore perché tutto profumi di Cristo».
La Messa è poi proseguita con l’Offertorio e la preghiera eucaristica, mentre i canti, eseguiti dalla Corale della Cattedrale diretta da Daniela Menditto, dalla Corale del Santuario della Madonna della Guardia di Tortona e dalla Cappella Musicale dirette da Enrico Vercesi, si elevavano, insieme all’incenso, intorno all’altare.
Dopo la solenne benedizione, Mons. Viola, con i celebranti, ha attraversato, salutando, la navata principale per dirigersi verso l’Episcopio e ai molti fedeli che gremivano la cattedrale è tornato in mente quel 7 novembre 2021 quando aveva lasciato Tortona per Roma, dopo l’ingresso di Marini.
Il sentimento che è prevalso nel cuore, però, non è stata la malinconia ma la gioia autentica che questo sarà solo un “arrivederci” alla “sua” Diocesi, che nel nome di Marziano, resta sempre unita ai suoi vescovi e alla Chiesa di Dio.
Daniela Catalano
Data: 10/03/2023