Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI AVVENTO

II DOMENICA DI AVVENTO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Is 11,1-10)
Giudicherà con giustizia i miseri.

Dal libro del profeta Isaìa

In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)
Rit: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

SECONDA LETTURA (Rm 15,4-9)
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

VANGELO (Mt 3,1-12)
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

IL SANTO

San Saba Archimandrita

1/san saba.jpgQuesta settimana scopriamo la vita di san Saba monaco cristiano bizantino, venerato dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa il 5 dicembre, giorno della sua morta.
È solitamente accompagnato dal titolo di Archimandrita che designa i superiori di una congregazione religiosa nelle chiese orientali. Nacque nel 439 a Mutalasca, nel territorio di Cesarea in Cappadocia (attuale Kayseri in Turchia) sotto l’Impero romano d’Oriente, da una famiglia cristiana benestante. Compiuti gli studi presso il Monastero di Flavianae, contro la volontà paterna che lo voleva militare, a 18 anni decise di dedicarsi al monachesimo, giungendo in Terrasanta e dedicandosi all’eremitismo sotto la guida spirituale del monaco Eutimio. Dopo la morte del suo maestro, Saba si ritirò in una grotta impervia nella valle del Cedron.

Fu, però raggiunto da altri monaci desiderosi di solitudine e intorno a lui un’aggregazione monastica che prese il nome di “Grande Laura”. Nel 492, Saba fu ordinato sacerdote e divenne poi archimandrita, cioè capo di tutti gli anacoreti della Palestina.
Essendo molto severo e non accettando deroghe alla disciplina, si allontanò e andò a fondare una nuova laura a Gadara (oggi in Giordania).
Fu richiamato dal Patriarca di Gerusalemme per contrastare la dilagante teologia monofisita e difendere la dottrina sulle due nature del Cristo, sancita nel 451 dal concilio di Calcedonia.
Per tale ragione fu inviato a Costantinopoli per tentare di convincere l’imperatore Anastasio a rinunciare al monofisismo, nel vano tentativo anche di farlo riconciliare col Patriarca Elia. Nel 530 si recò nella capitale bizantina, affrontando un faticoso viaggio e intercedendo con successo nei confronti dell’imperatore Giustiniano per difendere i palestinesi da una dura tassazione punitiva.
Quando morì, il 5 dicembre 532, dopo una lunga malattia sopportata con pazienza, l’intera regione volle onorarlo. Subito canonizzato, il suo corpo fu trasportato prima a Venezia e poi a Roma, per essere poi restituito nel 1965 da Paolo VI al Monastero di Mar Saba.
A Roma nella metà del VII secolo sorsero sull’Aventino, per opera di monaci greci, un monastero e una basilica a lui dedicati, che danno il nome all’intero quartiere.

Mentre nella piccola parrocchia di San Saba a Messina, il santo è commemorato ogni 5 dicembre con la tradizionale benedizione delle mele.
Questo frutto è legato a un episodio della vita del santo. Si narrava che quando Saba, ancora molto giovane, si trovava al Monastero di Flavianae vide una mela, la staccò dall’albero e fece per addentarla, ma poi si ricordò del peccato originale commesso da Adamo ed Eva e si fermò. Da quel giorno si vietò di mangiare mele fino alla morte.

Daniela Catalano

Data: 03/12/2022



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