Giovedì, 18 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Gen 14,18-20)
Offrì pane e vino.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 109)
Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26)
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

 

VANGELO (Lc 9,11-17)
Tutti mangiarono a sazietà.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

LA BEATA

Beata Osanna Andreasi

1/beata_osanna_andreasi.jpgIl 18 giugno la Chiesa ricorda Osanna di Mantova, al secolo Osanna Andreasi, che fu beatificata nel 1694 da Innocenzo XII.
La beata è molto venerata nel Mantovano, dove nacque, nel paese di Carbonarola, il 17 gennaio 1449, secondogenita di una nobile famiglia imparentata con i Gonzaga. Fin da piccola trascorreva lunghe ore in preghiera e penitenza e spesso cadeva in uno stato di estasi che faceva pensare ad attacchi di epilessia.
A quattordici anni manifestò l’intenzione di far parte del Terz’ordine domenicano, ma ricevette un rifiuto perché i genitori volevano per lei il matrimonio. Nel 1467, a diciotto anni, le apparve la Vergine Maria che la fece sposa di Cristo e lei raccontò che Cristo stesso le mise al dito un anello, invisibile agli altri.
Tra il 1476 e il 1484 ebbe una serie di esperienze mistiche nelle quali condivise le sofferenze patite da Cristo durante la passione e ripetute visioni di Gesù Bambino crocifisso.
In un’altra occasione le apparve il paradiso, in una visione tale da non poter essere descritta con le parole. Le compagne terziarie pensavano che fosse posseduta dal demonio e, per un certo periodo, le fecero subire varie vessazioni. Osanna cercava di nascondere agli altri le sue esperienze religiose, ma le estasi la sorprendevano senza preavviso. Nel 1480 si trasferì con la famiglia a Mantova.

Partecipò alla vita della corte dei Gonzaga, diventando consigliera di Federico prima e di Francesco II e Isabella d’Este poi. Proprio il duca Federico, dovendo partire per una campagna militare in Toscana, le chiese di accudire la duchessa e i sei figli, in sua assenza.
Al suo ritorno continuò a consultarla spesso come amica e consigliera fidata, e anche Francesco II, succeduto al padre continuò ad affidarsi a lei. La tradizione vuole che proprio le sue preghiere salvassero la vita al duca durante la battaglia vittoriosa di Fornovo.

Osanna visse nel silenzio, intercedendo per le persone che erano nel bisogno. Accoglieva i mendicanti e quanti si rivolgevano a lei per avere aiuto.
Il suo epistolario descrive la sua vita, le sue preghiere e le sue penitenze e racconta anche il suo dolore per la corruzione della Chiesa. Pregò per la salvezza delle nazioni e in tre occasioni invocò l’aiuto di Dio su papa Alessandro VI (Borgia).

Nel 1501 fece la professione solenne come terziaria domenicana e morì quattro anni dopo, il 18 giugno 1505.
Dopo la sua morte furono numerosi i miracoli e le guarigioni. Su insistenza della marchesa Isabella d’Este, papa Leone X ne concesse il culto l’8 gennaio 1515. Attualmente il corpo incorrotto della beata riposa nella cattedrale di Mantova.

Daniela Catalano

Data: 18/06/2022



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