Sabato scorso nel santuario della Madonna di Caravaggio a Fumo di Corvino San Quirico l’ultima tappa del pellegrinaggio vocazionale
Dio ci ama per davvero e ascolta le invocazioni rivolte a Lui con fede
CORVINO SAN QUIRICO - Sabato scorso, il santuario dedicato alla Madonna di Caravaggio che è stato costruito nella frazione di Fumo grazie a san Luigi Orione, ha ospitato la quarta tappa del pellegrinaggio vocazionale voluto dal vescovo per invocare dal Signore per intercessione di Maria vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.
Dopo l’apertura a Stazzano, anche la chiusura è avvenuta in un luogo caro al “santo della carità” e ad accogliere il vescovo c’era l’orionino don Giorgio Murtas, rettore del santuario, insieme ad alcuni sacerdoti della congregazione e dei paesi vicini, tra cui don Luca Ghiacci di Casteggio.
Il rettore, rivolgendosi al vescovo che ha definito, usando le parole di don Orione, “buon pastore che vigila, guida, evangelizza e sa offrire le sue sofferenze”, lo ha ringraziato per aver scelto proprio questa chiesa per chiudere il cammino e ha assicurato la costante preghiera alla Vergine Maria per le necessità della Diocesi.
Nell’omelia, Mons. Marini rivolgendosi ai fedeli presenti, tra cui un nutrito gruppo di oftaliani con il presidente Carlo Cebrelli, ha sottolineato come negli Atti degli Apostoli, la cui lettura accompagna il tempo pasquale, emerga il fatto che «i discepoli sono continuamente in movimento, perché il loro cuore è in movimento. È un cuore abitato dallo Spirito Santo e infuocato di amore per il Signore. Loro si muovono perché vogliono raggiungere tutti e annunciare Gesù».
Come gli apostoli «anche noi – ha aggiunto – lasciamoci coinvolgere nel loro movimento instancabile che poi è il movimento del loro cuore, perché anche la nostra vita sia una continua testimonianza, un continuo annuncio di Gesù Cristo, da morte».
Il vescovo ha poi posto l’attenzione su due frasi del vangelo del giorno pronunciate da Gesù: «Il Padre stesso vi ama» e «Chiedete e otterrete».risorto
Parole queste che non possono lasciare indifferente chi ascolta ma interrogano nel profondo il cuore dell’uomo.
Di fronte all’amore incondizionato di Dio, infatti, «non c’è più spazio per la disperazione, per la tristezza, per il disorientamento e per l’oscurità, – ha detto il vescovo Guido – perché Dio mi ama. E cambia tutto!».
Allo stesso modo non bisogna stancarsi di chiedere al Signore e si deve smettere di pregare senza convinzione, senza fede, perché così facendo «non crediamo davvero alla potenza dell’amore di Dio che accoglie le nostre invocazioni».
Prima della benedizione finale, il pastore diocesano, con i sacerdoti e i diaconi, si è recato nella cripta per recitare la preghiera ai piedi della Madonna e poi ha rivolto un affettuoso ringraziamento ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, al coro diretto da Lucia Pedrazzi per aver animato la celebrazioni e a tutti i presenti.
Ha, infine, auspicato di poter riprendere presto il pellegrinaggio vocazionale con nuove tappe in altri santuari mariani diocesani.
Daniela Catalano
Data: 07/06/2022