Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE

DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 10,34.37-43)
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

SECONDA LETTURA (Col 3,1-4)
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

VANGELO (Gv 20,1-9)

Egli doveva risuscitare dai morti.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

IL SANTO

San Galdino

1/san galdino.jpgIl 18 aprile, che quest’anno coincide con il Lunedì dell’Angelo, è il giorno in cui la Chiesa fa memoria di san Galdino, vescovo milanese, compatrono della città insieme a sant’Ambrogio e a san Carlo Borromeo.

Nacque a Milano tra la fine dell’XI secolo e i primi anni del XII; probabilmente si dice nel 1096, nella famiglia della Sala, della nobiltà cittadina.

Le cronache raccontano che nel 1160 Galdino era arcidiacono di Milano e collaborava fedelmente con l’arcivescovo Oberto. Nel 1159 il collegio dei cardinali si divise per l’elezione del Papa; alcuni porporati scelsero per il soglio pontificio Alessandro III, mentre altri cardinali elessero l’antipapa Ottaviano de’ Monticelli, con il nome di Vittore VI.

Galdino e Oberto scelsero di stare dalla parte di Papa Alessandro III. Oberto, ritenendo Federico I Barbarossa responsabile dello scisma della Chiesa, scomunicò l’imperatore.

La fedeltà alla persona del Papa gli ottenne nel 1165 il titolo di cardinale. Galdino, intanto, con Oberto, incominciò a seguire il Papa durante i suoi viaggi apostolici e quando, a Benevento, questi morì, papa Alessandro III lo nominò nuovo arcivescovo di Milano, dove giunse in segreto, confondendosi tra i pellegrini.

Nel 1162 fu spettatore della distruzione della città per opera dell’imperatore Federico I Barbarossa. Dopo cinque lunghi anni, terminata la devastazione della città, iniziò una faticosa opera di ricostruzione.

Nel 1167 egli si impegnò con tutte le sue forze per riorganizzare la Chiesa in Lombardia, preoccupandosi di garantire l’assoluta fedeltà al Papa.

La sua opera di pastore della Chiesa fu esercitata non solo nell’ambito ecclesiale ma anche in quello sociale. Il santo, infatti, si preoccupò di organizzare il sostegno ai poveri e ai bisognosi. Oltre a riscattare i carcerati per debiti, ad aiutare gli indigenti e a sostenere gli emarginati, ricostruì strutture di accoglienza diroccate ed edificò nuovi centri caritativi per accogliere chiunque avesse bisogno. Il pane distribuito ai poveri e ai carcerati si chiamò per molti anni “pane di san Galdino” e forse è per questo motivo che Alessandro Manzoni chiamò Galdino il frate questuante presente nei Promessi sposi. Restaurò la cattedrale, utilizzando i proventi derivati dalla vendita di gioielli di alcune ricche donne che erano riuscite a preservarli durante i saccheggi del Barbarossa. Morì il 18 aprile del 1176, sul pulpito della chiesa di Santa Tecla e fu proprio Alessandro III a proclamarlo santo.

Daniela Catalano

 

Data: 16/04/2022



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