Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Gb 38,1.8-11)
Qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde.

Dal libro di Giobbe

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 106)
Rit: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.

SECONDA LETTURA (2Cor 5,14-17)
Ecco, son nate cose nuove.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

VANGELO (Mc 4,35-41)
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

LA SANTA

San Giuliana Falconieri

1/giuliana.jpgLa santa di questa settimana è vissuta a Firenze al tempo del sommo poeta Dante, proprio mentre si consumava l’aspra lotta tra Guelfi e Ghibellini.

Giuliana Falconieri, venerata il 19 giugno, apparteneva a una ricca famiglia di mercanti ed era la nipote del nobile Alessio Falconieri, uno dei sette santi fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria e superiore del convento di Cafaggio, dove oggi sorge la chiesa della S.S. Annunziata.

La santa nacque nel 1270 ma dei suoi primi anni di vita si hanno notizie solo di tipo orale e quanto racconta il suo primo biografo quattrocentesco, Paolo Attavanti, che nel Dialogus ad Petrum Cosmae, composto nel 1465.
Parlando di lei scrive: «Specchio di verginità e memorabile esempio per tutte le donne, tanto che ella diventò celebre per lo splendore della sua santità. Si adornò non di vane doti o dell’approvazione dei mortali per la sua singolare bellezza, ma del merito della sua virtù».

All’età di 14 anni ottenne dal Ministro generale dei Servi di Maria, san Filippo Benizi, il permesso di indossare l’abito religioso dell’Ordine dei Serviti che nessuna donna prima di lei aveva portato. Altre giovani compagne seguirono il suo esempio e iniziarono a vivere l’ideale spirituale dei Servi di Maria in un’abitazione presso la chiesa dell’Annunziata, prendendo il nome di “Mantellate” per il lungo mantello che indossavano. Giuliana, che rimase accanto alla madre malata, si sottoponeva a dura penitenza anche fisica. Il mercoledì e il venerdì mangiava solo la comunione; il sabato consumava pane e acqua e contemplava i sette dolori della Vergine e il venerdì meditava la Passione. Dopo la morte della madre, distribuì i suoi averi ai poveri e si presentò scalza e con una corda al collo alla casa delle Mantellate, che la elessero superiora.

A Firenze divenne per tutti la “santa dell’Eucaristia”. Negli ultimi anni della sua vita, a causa di una malattia allo stomaco, non fu più in grado di trattenere il cibo e neppure il pane eucaristico. Il 19 giugno 1341, in punto di morte, le fu negato il viatico, ma per accontentare la sua richiesta, le fu deposta sul petto un’ostia consacrata che all’improvviso svanì.
Appena spirata, nel ricomporre il cadavere, fu notato, in corrispondenza del cuore, un marchio viola, grande come l’ostia consacrata impressa nel suo corpo.
Da allora le Mantellate portano sul loro abito religioso, all’altezza del cuore, il simbolo di un’ostia. Fu canonizzata il 16 giugno 1737 e il suo corpo si venera nella basilica della S.S. Annunziata.

Daniela Catalano

Data: 19/06/2021



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