Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VI DOMENICA DI PASQUA

VI DOMENICA DI PASQUA

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 10,25-27.34-35.44-48)
Anche sui pagani si è effuso il dono dello Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

SECONDA LETTURA (1Gv 4,7-10)
Dio è amore.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

VANGELO (Gv 15,9-17)
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

LA BEATA

Beata Imelda Lambertini

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Sono bastati solo 13 anni a Imelda Lambertini per diventare Beata.
Tanti sono gli anni di vita di questa giovane vissuta nel ’300 che la Chiesa venera il 12 maggio, giorno della sua morte. Nata in una nobile famiglia bolognese, era entrata giovanissima tra le domenicane di S. Maria Maddalena di Val di Pietra. Della sua vita non si hanno notizie, tranne quelle su un famoso miracolo eucaristico che la vide protagonista.

Secondo le leggi ecclesiastiche del tempo, non era permesso ricevere la Comunione Eucaristica prima di aver compiuto i 12 anni. Imelda, però, era impaziente di ricevere Gesù nel suo cuore, nonostante non avesse ancora l’età prescritta, perciò supplicava tutti di esaudirla e cercava di meritare questo grande dono con la bontà della vita.
Il suo desiderio fu esaudito il giorno della sua morte. La vigilia dell’Ascensione, il 12 maggio 1333, si trovava in cappella. Dopo che tutte le suore ricevettero la comunione, la porta del tabernacolo fu chiusa e furono state spente le candele sull’altare.

Mentre le consorelle tornavano alle loro occupazioni, la giovane rimase prostrata a terra nel coro, che improvvisamente s’illuminò di una luce miracolosa e si riempì di un profumo molto dolce che richiamò tutte in chiesa. Raccontarono, poi, di aver visto un’ostia che si muoveva da sola nell’aria, dirigersi verso la fanciulla tremante e con le mani giunte.

Nel vedere un tale miracolo, il sacerdote comprese la volontà di Dio, e prendendo l’ostia fluttuante gliela mise fra le labbra.

Subito dopo Imelda raggiante di gioia e ancora inginocchiata, spirò in un’estasi d’amore.

Fu sepolta in una piccola arca e sulla lastra fu incisa la seguente iscrizione: «Fu dell’anno MCCCXXXIII la quale aveva nome Sor Imelda Lambertini, che essendo giovinetta non in età di comunicarsi, essendo in orazione avanti l’altare, venne la sacra ostia dal cielo e fu comunicata per mano del sacerdote, e subito spirò in presenza di molte suore e altre persone, e fu sepolta in quest’arca».
Coloro che frequentavano il monastero cominciarono a invocarla per ottenere grazie. Nel 1582 le sue reliquie furono traslate e attualmente si trovano nella chiesa di S. Sigismondo, a Bologna. Un decreto di Leone XII, nel 1826, la dichiarò Beata, autorizzando l’ufficio liturgico.
È stata la patrona dei Piccoli Rosarianti e delle Beniamine di Azione Cattolica e papa san Pio X nel 1908, la indicò come protettrice di tutti i bambini che si accostano alla Prima Comunione.

Daniela Catalano

Data: 09/05/2021



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