Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

V DOMENICA DI PASQUA

V DOMENICA DI PASQUA

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 6,1-7)
Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

SECONDA LETTURA (1Pt 2,4-9)
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso».

Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo.

Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

VANGELO (Gv 14,1-12)
Io sono la via, la verità e la vita.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

IL SANTO

Sant’Amato Ronconi

1/San Amato Ronconi.jpgL’8 maggio è il giorno in cui ricorre la memoria di Sant’Amato Ronconi, il santo pellegrino canonizzato il 23 novembre del 2014 da papa Francesco.
Nacque nell’odierna Saludecio, in provincia di Rimini attorno al 1226. Rimasto orfano in giovane età, fu accolto dal fratello Giacomo e dalla sua famiglia.
Il giovane Amato sentì il desiderio di vivere il vangelo nella spiritualità francescana rimanendo per un periodo nel convento di Formosino, un piccolo cenobio fondato da San Francesco per i suoi frati, situato tra il castello di Montegridolfo e quello di Mondaino.
In seguito si recò anche a Rimini per venerare le reliquie di san Gaudenzio e sul Monte Titano per onorare san Marino.
Per quattro volte fu pellegrino al santuario di San Giacomo di Compostela, in Spagna, sulla tomba dell’apostolo. In seguito Amato decise di vivere con la sorella Clara nella casa sul Monte Orciaro che il fratello Girolamo gli aveva donato, dopo che aveva rifiutato di sposarsi.

La sua dimora, situata lungo la strada che da Rimini portava a Roma, diventò un vero e proprio ospizio per i pellegrini che erano accolti durante il viaggio e potevano sfamarsi e trovare ospitalità.
Il biografo Domenico Franzoni raccontò diversi miracoli compiuti dal santo durante la sua vita. Uno di questi è il cosiddetto “miracolo delle rape”: una sera non sapendo cosa dare da mangiare ai pellegrini ospiti, ordinò alla sorella Clara di andare nell’orto, dove in mattinata aveva seminato delle rape.
La sorella tornò con le rape che in un solo giorno erano cresciute in modo straordinario. Durante il quinto pellegrinaggio a Santiago, gli apparve un angelo che gli annunciò la sua morte e gli ordinò di tornare a casa.

Le uniche notizie certe sulla sua vita si hanno dal suo testamento, che fu pubblicato nel volume “Rimini nel secolo XIII”, edito nel 1862: «L’onesto e religioso fratello Amato del Terzo Ordine del beato Francesco, proprietario e fondatore dell’Ospedale di S. Maria di Monte Orciale, presso il castello di Saludecio, fa solenne cessione di quell’ospedale e di tutte le sue proprietà ai Benedettini di San Giuliano e di San Gregorio in Conca di Rimini, chiedendo di venire sepolto nella cappella dell’ospedale».
Il testamento è datato 10 gennaio 1292 e lui morì l’8 maggio dello stesso anno nella sua povera cella. Nel 1330, in seguito a un incendio, il suo corpo fu portato nella pieve di Saludecio. Il 17 marzo 1776 Ronconi fu proclamato beato.

Nel 1804 fu costruito il nuovo santuario che accoglie le sue spoglie in una teca di vetro e vicino al quale sorge un museo.

Daniela Catalano

Data: 10/05/2020



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