Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (2Re 5,14-17)
Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)

Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

SECONDA LETTURA (2Tm 2,8-13)
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

VANGELO (Lc 17,11-19)
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/san gallo.jpgSan Gallo abate

La chiesa il 16 ottobre ricorda il monaco San Gallo, nato in Irlanda, intorno al 550. Quando era giovane entrò e si formò nel monastero di Bangor accogliendo la regola celtico-irlandese e verso il 590 fu sulla terraferma europea come uno dei 12 compagni del monaco abate San Colombano.
Seguì il suo maestro in Inghilterra e poi in Gallia dove partecipò alla fondazione del monastero di Luxeuil. Quando San Colombano accusò la regina Brunechilde di avere dei nipoti illegittimi e fu arrestato dal re merovingio Teodorico II, San Gallo e altri discepoli dopo varie peregrinazioni seguirono il loro padre spirituale oltre il Giura.
Da Metz risalirono il Reno e attraverso Zurigo e Tuggen si stabilirono nella zona di Brigantium (l’attuale Bregenz) sul Lago di Costanza.
Qui trovarono una comunità cristiana che su alcuni punti era ricaduta profondamente nel paganesimo. Anche nell’attuale Arbon esisteva una comunità simile.
San Gallo fondò un eremo diventandone poi priore alla morte di San Colombano.

Pochi anni dopo Colombano partì per l’Italia con i suoi 11 rimanenti compagni, ma inaspettatamente Gallo non lo seguì perché ammalato, rompendo il giuramento di obbedienza dell’ordine.
In Italia Colombano fondò poi l’Abbazia di Bobbio nel 614 dove morì l’anno seguente.

San Gallo dovette rimanere ad Arbon a causa di una grave malattia che lo aveva colpito e lì nacque effettivamente il primo grave disaccordo con Colombano, che aveva proibito al suo allievo di dire Messa e di predicare per aver infranto la regola dell’obbedienza e della peregrinatio pro Domine.

San Gallo una notte vide in sogno il suo maestro Colombano tramutarsi in colomba e volare nel cielo fino al sole scomparendovi in esso, intuì allora che egli era morto e celebrò una messa di suffragio; successivamente giunse un monaco da Bobbio recando la notizia della morte e del fatto che prima di morire lo aveva perdonato e gli aveva mandato in regalo il suo bastone pastorale nominandolo priore.
Dopo un lungo soggiorno ad Arbon, il santo nel 612 risalì con il suo compagno Hiltibod il fiume Steinach.

I due si spinsero fino alle cascate del Mühleggschlucht.
Una leggenda racconta di un fatto straordinario presso le cascate.
Mentre il compagno dormiva, al santo già sveglio si parò davanti un grosso orso. Lui non si lasciò intimidire e ordinò all’orso, in nome del Signore, di gettare un pezzo di legno nel fuoco e di andarsene e l’orso non si fece poi più vedere.
San Gallo vide nell’orso un segno di stabilirsi quel luogo e vincere le forze della natura. Con i suoi seguaci costruì una chiesa dedicata alla Madonna e ai santi Desiderio e Maurizio e visse combattendo le usanze pagane, insieme ai suoi compagni.
Morì il 16 ottobre del 640. La sua tomba divenne subito luogo di pellegrinaggio.

Daniela Catalano

 

Data: 10/10/2019



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