Giovedì, 25 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (1Re 19,4-8)
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, Elia s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve.
Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.

 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

 

SECONDA LETTURA (Ef 4,30-5,2)
Camminate nella carità come Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

 

VANGELO (Gv 6,41-51)
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/san lorenzo1.jpgSan Lorenzo martire

La notte del 10 agosto è famosa come la “notte di San Lorenzo” perché è tradizione guardare il cielo per vedere le stelle cadenti ed è così chiamata perché proprio in questo giorno si ricorda il martire Lorenzo, ucciso durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano, nel 258.
Pur essendo molto diffusa la sua venerazione le notizie su di lui sono scarne. Nacque a Huesca, in Spagna, nella prima metà del III secolo. Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici e conobbe il futuro papa Sisto II con cui instaurò un ottimo rapporto.
Con lui giunse a Roma, dove si distinse per la sua carità verso i poveri. Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto papa affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono cioè di responsabile delle attività caritative a Roma di cui beneficiavano 1500 persone.
Doveva sovrintendere all’amministrazione dei beni, accettare le offerte e custodirle, provvedere ai bisognosi, agli orfani e alle vedove. Per queste mansioni Lorenzo fu uno dei personaggi più noti a Roma.
Fu catturato dai soldati dell’Imperatore Valeriano il 6 agosto del 258, nelle catacombe di San Callisto, assieme al Papa Sisto II e altri diaconi.

Mentre il Pontefice e gli altri diaconi subirono subito il martirio, Lorenzo fu risparmiato perché da lui volevano i tesori della chiesa.

Del martirio di Lorenzo parla Sant’Ambrogio nel “De Officiis Ministrorum”.
Si racconta che l’imperatore Valeriano gli impose la consegna dei tesori della Chiesa e Lorenzo lo portò davanti a dei poveri e a degli ammalati e gli disse: “Ecco i tesori della chiesa”.
In seguito Lorenzo fu dato in custodia al centurione Ippolito, che lo rinchiuse in un sotterraneo del suo palazzo; in questo luogo buio e umido si trovava imprigionato anche un certo Lucillo, privo di vista.

Lorenzo confortò il compagno di prigionia, lo catechizzò e lo battezzò.
Dopo il battesimo Lucillo riebbe la vista. Lo stesso centurione Ippolito saputo del fatto prodigioso ricevette il battesimo.
Questi fatti furono la sentenza di morte per Lorenzo che il 10 agosto del 258, a soli 33 anni, fu bruciato vivo sulla graticola, in un luogo poco lontano dalla prigione.

Il suo corpo fu portato nelle catacombe di Santa Ciriaca al Campo Verano.

Daniela Catalano

Data: 09/08/2018



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