L'addio a don Carlo Bagnasco
I funerali sono stati celebrati dal Vescovo il 5 marzo ad Arquata Scrivia
ARQUATA SCRIVIA - Il 2 marzo si è spento all’età di 71 anni don Carlo Bagnasco che era nato a Busalla il 19 maggio del 1946.
Il sacerdote, ordinato nel 1972, dopo l’esperienza da vice parroco a Rivanazzano Terme, per molti anni aveva ricoperto l’incarico di cappellano dell’Ospedale Civile di Voghera e nel 2008 era stato nominato parroco di Ponte Nizza dove è rimasto fino a quando si è ritirato ad Arquata Scrivia, per motivi di salute.
Negli ultimi anni ha continuato a prestare il suo servizio sacerdotale in aiuto del parroco mons. Lino Piccinini.
I funerali sono stati celebrati nella chiesa parrocchiale di Arquata Scrivia lunedì 5 marzo, alle ore 10, da Mons. Vittorio Francesco Viola, alla presenza di numerosi confratelli sacerdoti e diaconi.
Il Vescovo nell’omelia ha sottolineato come don Carlo, nel suo ministero, “ha sperimentato quello che Cristo ha vissuto nella sua umanità ed è stato partecipe dell’offerta di Gesù, del dono della sua vita, fino alla croce”. “Don Carlo – ha aggiunto – è ora tornato a casa e il Padre lo ha accolto come lui aveva desiderato”.
Il pastore diocesano ha anche ringraziato Pier Paolo Cunietti che è stato vicino a don Carlo nella sua malattia sostenendolo e aiutandolo con grande amicizia.
Renato Piras, un parrocchiano di don Carlo Bagnasco, residente a Mereta, ci ha inviato questo toccante ricordo:
“Don Carlo era un sacerdote amato da tutta la comunità di Mereta, non tanto per l’abito che portava o per l’autorità che rappresentava, ma per il suo particolare modo che aveva nel rapportarsi con la gente che incontrava.
Spesso, quando il tempo lo consentiva, arrivava a Mereta con la sua vecchia Panda e prima di entrare in chiesa era solito sostare e parlare con le persone che trovava seduti nelle scomode sedie di plastica bianca all’ombra dell’unico albero della piazza.
Questo suo modo di agire da prete e da uomo qualunque ha avvicinato alla Chiesa non poche persone adulte e in modo particolare i bambini che sono tornati a prestare servizio come chierichetti.
Don Carlo era un vero pastore che con pazienza andava a cercare le pecore disperse per ricondurle all’ovile.
Tecnicamente era pensionato, ma aveva accolto l’invito di mons. Piccinini, parroco di Arquata, per continuare a svolgere il servizio sacerdotale nelle piccole parrocchie di Prarolo, Mereta, Varinella e Vocemola nonostante le sue precarie condizioni di salute.
Da più di tre anni svolgeva la sua attività senza risparmiarsi e con puntualità.
Era riuscito anche celebrare la messa alla cappellina di Mereta, sopportando non poche difficoltà e accettando di salire nel bosco dove essa sorge, viaggiando su mezzi non proprio comodi.
Era come se non potesse farne a meno perché lui amava la nostra comunità ed era ormai uno di noi. Con lui condividevamo ogni cosa: i momenti gioiosi, come i battesimi di Sofia e Celeste lo scorso anno o il matrimonio di Michela e Gabriele nel 2015 e quelli di grande sofferenza come la scomparsa di persone a noi care.
In quelle occasioni, pur essendo un uomo di fede, ebbe momenti di commozione e di pianto.
Ci sorprese la sera della vigilia di Natale dello scorso anno quando entrando in chiesa col suo passo incerto e lo sguardo basso, salutandoci ci disse che era in procinto di chiudere la sua esperienza da sacerdote.
Fu l’ultima celebrazione a Mereta.
Dopo qualche giorno iniziò il suo lungo calvario in ospedale fino a quando il Signore ha deciso di richiamarlo a sé.
Alla nostra comunità mancherà don Carlo non solo come uomo di fede e per la sua voce da tenore, ma anche per la sua umanità e per le parole di conforto che sapeva sempre trovare quando si trovava di fronte persone disperate o profondamente addolorate”.
Data: 07/03/2018