Martedì, 16 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI QUARESIMA: riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Gen 22,1-2.9.10-13.15-18)
Il sacrificio del nostro padre Abramo.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 115)

Rit: Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.

SECONDA LETTURA (Rm 8,31-34)
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

VANGELO (Mc 9,2-10)

Questi è il Figlio mio, l’amato.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/San Gabriele.jpgSan Gabriele dell’Addolorata

La Chiesa il 27 febbraio fa memoria di S. Gabriele dell’Addolorata, conosciuto come il “santo del sorriso”.
Il suo santuario, che si trova ai piedi del Gran Sasso, in Abruzzo, ogni anno è meta di pellegrinaggio per milioni di devoti.

Nacque ad Assisi il 1° marzo 1838 e la sera stessa fu battezzato nella cattedrale di San Rufino con il nome di Francesco Possenti, detto Checchino per familiari e amici. La sua famiglia era aristocratica e numerosa. Il padre ricopriva la carica di governatore dello Stato pontificio.

Francesco ricevette un’educazione di alto culturale e sociale e le cronache lo descrivono come un giovane brillante e molto colto.

A diciotto anni, il 22 agosto 1856, mentre si trovava in ginocchio tra la folla, sentì una voce chiarissima provenire da un’immagine della Madonna che gli diceva: “Ancora non capisci che questa vita non è fatta per te? Segui la tua vocazione”.
Entrò allora come novizio nel convento dei Passionisti di Morrovalle, nelle Marche e prese il nome di Gabriele dell’Addolorata. La scelta della vita religiosa per lui fu radicale.

Scriveva ai familiari: “La mia vita è una continua gioia. Non cambierei un quarto d’ora di questa vita”.
La sua fu una vita semplice, senza grandi gesta, contrassegnata dall’eroicità del quotidiano, che viveva da innamorato del Crocifisso e della Madonna.
Dopo aver compiuto gli studi filosofici a Pieve Torina, in provincia di Macerata, nel 1859 giunse a Isola del Gran Sasso, per completare la sua preparazione teologica.
Pregava ore davanti al crocifisso e mostrava un affetto particolare per la Madonna dei sette dolori.

Ammalatosi di tubercolosi, morì il 27 febbraio del 1862 a soli 24 anni.
Fu sepolto nella fossa comune dei religiosi, all’interno della chiesa del convento. La fama della sua santità si era intanto sparsa nei paesi circostanti e la sua tomba divenne meta di pellegrini e devoti che ricevevano miracoli e guarigioni prodigiose.

Fu proclamato santo nel 1920. Nel 1926 Pio XI lo dichiarò compatrono della gioventù cattolica italiana e nel 1959 il Giovanni XXIII lo proclamò patrono dell’Abruzzo.
Giovanni Paolo II, durante la sua visita al santuario, nel 1985, confermò che “la gioia cristiana è la nota caratteristica di San Gabriele”.

Daniela Catalano

 

Data: 24/02/2018



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