Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Ez 33,1.7-9)
Se tu non parli al malvagio, della sua morte domanderò conto a te.

Dal libro del profeta Ezechièle

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
Se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.
Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)

Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (Rm 13,8-10)
Pienezza della Legge è la carità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.
Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

VANGELO (Mt 18,15-20)
Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

IL SANTO

1/san_tommaso_da_villanova.jpgSan Tommaso da Villanova

La Chiesa l’8 settembre ricorda San Tommaso di Villanova, al secolo Tomás García Martínez, religioso spagnolo appartenente all’Ordine degli eremitani di sant’Agostino, divenuto arcivescovo di Valencia.

Nacque nel 1486 a Fuenllana, in Spagna da genitori religiosi e caritatevoli. A pochi giorni dalla nascita andò a vivere con la famiglia a Villanova de los Infantes, città da cui prese poi il nome. A soli quindici anni fu mandato a studiare all’Università di Alcalà dove, nel 1509, ottenne il titolo di maestro di logica, fisica e metafisica. Per tre anni seguì il corso di teologia, interrompendolo per reggere la cattedra di logica (1512-1516). Nel 1516 andò a Salamanca per fare la professione nell’Ordine agostiniano. Fu ordinato sacerdote nel 1518 a 32 anni. Contro la sua volontà venne eletto quasi subito superiore e in questo incarico restò ininterrottamente fino al 1544, quando fu proposto dallo stesso imperatore Carlo V alla sede vescovile di Valencia.

Carlo V, infatti, aveva per lui una predilezione tale da considerarlo una delle persone chiave nella riforma dei suoi regni, lo nominò suo predicatore e consigliere e, rimasta vacante la sede di Valencia, lo presentò come arcivescovo di quella città che si trovava in una condizione spirituale deplorevole. Il santo iniziò subito la ricristianizzazione della diocesi. Per formare il clero fondò il collegio - seminario della Presentazione (1550). Convocò un sinodo e visitò tutte le parrocchie, agendo con mano energica e paterna. Tra le sue opere pastorali vi furono l’assistenza ai poveri e l’evangelizzazione dei mori. Organizzò varie forme di assistenza, in particolar modo per alleviare sofferenze e soccorrere creature innocenti, come i neonati abbandonati. Arrivò al punto di donare perfino il suo letto. Una volta guarì uno storpio non avendo denaro da offrirgli. La sua amorevole cura del gregge che gli era stato affidato e la sua erudizione fecero di lui uno degli uomini più rispettati del tempo.

Morì l’8 settembre 1555 e Alessandro VII lo canonizzò nel 1658. I suoi resti sono conservati nella cattedrale di Valencia.

Daniela Catalano

Data: 07/09/2017



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