Venerdì, 06 Dicembre 2024
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Mons. Guido Marini
Vescovo

I ragazzi del dopo Cresima in visita al Sermig

TORINO - Lo scorso 13 settembre don Cristiano Orezzi, responsabile della Pastorale Giovanile Diocesana, presentando a Broni, per la zona dell’Oltrepò, il nuovo testo per le attività del dopo Cresima ha proposto la visita al Sermig di Torino prevista per il 21 ottobre.

Venerdì scorso un gruppo di ragazzi, dai 13 ai 15 anni, delle parrocchie di Torricella Verzate, Mornico Losana e Corvino San Quirico, rette da don Luciano Daffra, che stanno facendo il cammino post Cresima, insieme alle animatrici Paola Cignoli e Benedetta Calvi, ha accolto l’invito ed è partito alla volta di Torino insieme ad altri coetanei di Stradella e Serravalle.
La città ha accolto i partecipanti con un cielo limpido che faceva pregustare una grande pace.
Davanti agli occhi si è presentato un edificio severo, nel cuore di un quartiere multietnico.
Oltrepassato il cancello, in un grande cortile, Mattia, un giovane “monaco” in felpa e jeans ha accolto i ragazzi.

Lui abita qui con altri consacrati da 10 anni ed è stato la guida del gruppo.
Il Sermig è il Servizio Missionario Giovanile, nato nel 1964 da un’idea di Ernesto Olivero che, con 17 amici, voleva realizzare un sogno: sconfiggere la fame nel mondo.

Mattia dopo aver fatto accomodare gli ospiti in un salone, ha mostrato dei filmati e li ha commentati con loro.

Ha ripercorso la storia dell’Arsenale della Pace, nato sulle rovine del vecchio arsenale della guerra (in cui si costruirono le armi per la prima e per la seconda guerra mondiale).
Nel 1983 Olivero e tanti volontari misero insieme le loro forze per trasformare il sogno in realtà.
Non si trattava di un’impresa semplice: polvere, ferro, ragnatele, ruggine e un esorbitante preventivo pari a 50 milioni di euro attuali.

“Ognuno ha l’età dei suoi sogni”: Mattia ha ripetuto spesso questa frase e ha raccontato che lui e i primi volontari recitarono per diverso tempo il rosario attorno alle mura perimetrali dell’arsenale.
Trovarono la forza e i mezzi per trasformare una struttura al servizio del male in favore del bene.

Dal momento dell’inaugurazione, a cui volle presenziare l’allora presidente Sandro Pertini, il Sermig è stato sempre aperto 24 ore su 24, senza un giorno di ferie.

“La bontà è disarmante”: questo lo slogan scritto a caratteri cubitali all’interno del cortile principale. Milioni di persone aiutano milioni di persone.

Il Sermig è il luogo della fratellanza, del dono, dell’accoglienza, della solidarietà, dell’uguaglianza tra uomini e donne, di ogni fede e di ogni cultura.
La casa del bene e dell’amore ma anche delle regole, come quella che per rimanere bisogna imparare a parlare italiano.

I ragazzi sono stati rapiti da ogni parola di Mattia e dalle sue domande provocatorie mentre illustrava le molteplici attività svolte tra gli ambienti di questo angolo di paradiso in terra: nido, asilo, dopo scuola, mensa, dormitorio, campi da calcio, ambulatori medici, luoghi di preghiera… e ancora scuola di musica e di restauro.

Alle ore 18 la Messa celebrata in questo scenario unico.
Arrivato il momento di partire, dopo aver ringraziato Mattia, i ragazzi sono tornati a casa serbando nel cuore la speranza di costruire la pace anche negli ambienti che frequentano quotidianamente.

p.c.

Data: 26/10/2016



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