Don Pietro, una roccia per molte generazioni
L’ultimo saluto a Mons. Pietro Zanocco
Sabato 5 settembre a Cegni, in Alta Valle Staffora, anche il tempo atmosferico partecipa del dolore di molti: il cielo è grigio e la pioggia non sembra dare tregua, mentre la piccola chiesa in un attimo si riempie di fedeli lì convenuti per l’ultimo saluto a Mons. Pietro Zanocco.
Alle ore 14,30 la Celebrazione Eucaristica si apre con la voce commossa di don Gianluca Vernetti, parroco di Varzi, che ricorda i momenti più significativi della biografia di don Pietro, definito dal nostro Vescovo, Mons. Vittorio Viola, “un dono per la Chiesa di Tortona”.
Siamo davvero in moltissimi a condividere le parole del nostro Vescovo, esprimendo la gratitudine per aver avuto tra noi don Pietro, “un dono che non ci è stato tolto, ma che ora viviamo in modo diverso, nella comunione con Gesù Risorto”.
Don Pietro è lì, vivo nel ricordo di tutti, vivo nella fotografia della Casa Alpina “La Montanara” a Vollon di Brusson e nel cuore di tutti ancora risuona la sua voce: “Non sbattete le porte!”.
Don Pietro è lì e molte sono le testimonianze che lo ricordano nel corso di questa partecipata Celebrazione in cui il Vangelo secondo Giovanni ci presenta Gesù come il Pastore buono, quello che si prende cura del proprio gregge fino al punto di dare la vita. “Gesù ci amato”, dice il nostro Vescovo nel corso dell’omelia, “così come si amano le Persone della Santissima Trinità ed è questo amore a svuotare la morte, riempiendola di vita.
E Gesù, Pastore buono, sceglie alcuni per renderli segno del Suo amore, un amore che noi abbiamo conosciuto attraverso il ministero di don Pietro, attraverso la sua umanità affabile ed accogliente”.
Dai racconti di don Pietro, racconti del suo impegno in Azione Cattolica, racconti della sua vita in Casa Alpina, racconti dei convegni ACR a Cegni, il Vescovo afferma di aver colto solo amore e conclude: “Ora ci sentiamo più soli, ma don Pietro ci ha lasciato una direzione che vogliamo custodire non come un ricordo chiuso in un cassetto, perché siamo certi con il don continua a sostenerci, ad incoraggiarci, a pregare per noi…e questa tua Chiesa di Tortona, don Pietro, ne ha davvero bisogno!”.
Partecipata e commossa, la Santa Messa prosegue e, quando la bara esce accompagnata da un caldo applauso, ecco spuntare un raggio di sole…saranno forse i bianchi palloncini lanciati verso il cielo a squarciare le nuvole per far brillare il sole della speranza?
Lenta, la lunga processione si avvia verso il cimitero, dove don Pietro torna alla sua terra, e lì, dapprima timidamente, poi in un crescendo pieno d’affetto, si alza un applauso “a pioggia”, quella pioggia che è la Parola del Signore (Isaia 55,10) che don Pietro ha ascoltato, vissuto ed annunciato a tutti noi, suoi figli, che ora ci sentiamo davvero un po’ orfani!
Ciao, don Pietro, è vero che la fede ci dice che sei ancora tra noi, ma siamo animali terreni: ci manca la tua voce, ci mancano le tue battute, i tuoi racconti, le tue canzoni….
Ci manchi, don, ma non finiremo mai di ringraziare il Padre per averti conosciuto ed amato.
Patrizia Govi
Data: 08/09/2015