Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

ASCENSIONE DEL SIGNORE: la riflessione del Vescovo

Le letture della Domenica 

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)

Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 4,1-13)
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

VANGELO (Mc 16,15-20)

Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

IL SANTO

1/sanMicheleGari.jpgLa Chiesa il 14 maggio fa memoria di San Michele Garicoits, sacerdote basco canonizzato da Pio XII nel 1947.
Nacque il 15 aprile 1797 a Ibarre, un piccolo villaggio basco sul versante francese dei Pirenei. Crebbe in una povera famiglia cattolica, rimasta fedele alla Chiesa di Roma durante le persecuzioni nel periodo della rivoluzione.
Il 9 giugno 1811, festa della S.S. Trinità, a 14 anni, ricevette la Prima Comunione e dopo questa forte esperienza della presenza e dell’amore di Dio annunciò di voler diventare prete.
Entrò in Seminario nel 1819, grazie all’aiuto della nonna. Non aveva ancora terminato gli studi fu chiamato in aiuto nel seminario minore di Larresorre.
Fu ordinato prete il 20 dicembre 1823 nella cattedrale di Bayonne.
Nominato vicario a Cambo, conquistò il cuore dei suoi parrocchiani diffondendo la devozione al Sacro Cuore di Gesù.

Dopo due anni diventò professore a Betharram, dove incontrò le religiose Figlie della Croce.
Fu un incontro decisivo. Nel 1833 gli nacque l’idea di riunire un gruppo di preti con il preciso scopo di rimarginare le ferite che la Rivoluzione aveva inferto alla Chiesa: scristianizzazione delle campagne, attacchi alla Chiesa, insubordinazione dei preti.
Nacque così, nel 1835, la Congregazione dei Preti del Sacro Cuore di Gesù, meglio conosciuti come i Preti di Betharram.

I Betharramiti, presero il nome di Preti del Sacro Cuore di Gesù nel 1841.

Padre Garicoits propose ai suoi compagni di vivere secondo le regole dei Gesuiti e lo spirito di Sant’Ignazio.
Divenne anche la guida spirituale delle Figlie della Croce. Il santo, dopo il 1858, incontrò la veggente Bernadette Soubiros, su esplicita richiesta del vescovo di Tarbes che voleva verificare l’attendibilità dei fatti verificatisi nella vicina Lourdes.

Dall’incontro uscì convinto che davvero la Vergine Maria era apparsa sui Pirenei. Dopo una prima paralisi nel 1853, l’anno dopo si ammalò e rimase a letto per nove anni, fino al 14 maggio 1863, giorno dell’Ascensione, quando morì.
Fu seppellito a Bétharram e la sua tomba fu meta di pellegrinaggi.
Le Costituzioni della sua Congregazione furono approvate da Leone XIII nel 1877.

Data: 15/05/2015



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