Lunedì, 20 Maggio 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Un pomeriggio dedicato all'Antica chiesa dei Santi Ruffino e Venanzio in Sarezzano

Sabato scorso 29 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, la Diocesi di Tortona, in collaborazione con la Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (Delegazione dei Tortonese), ha proposto un pomeriggio di studi sull’antica chiesa dei Santi Ruffino e Venanzio in Sarezzano.

L’intento era quello di fare il punto della situazione circa lo stato attuale dei lavori eseguiti e focalizzare l’attenzione della comunità su un bene della Diocesi di Tortona che si spera di potere rendere nuovamente fruibile nei prossimi anni. Il tavolo dei relatori era composto da: Mons. Padre Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Se-greto Vaticano e Direttore della Scuola Vaticana di Ar-chivistica, Paleografia e Diplomatica, Alberto Crosetto, Funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, Luigi Pedrini, Funzionario della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Novara, Alessandria e Verbano - Cusio - Ossola, Giuseppina Rubini, Curatrice del progetto di restauro della chiesa, don Valerio Pennasso, Incaricato regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici del Piemonte. Ha introdotto i lavori Lelia Rozzo, incaricata diocesana per i Beni Culturali, che ha brevemente tracciato l’iter del lungo processo di recupero dell’edificio, iniziato nel 2003 e ha ringraziato tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla buona riuscita di questo progetto, cominciando dai “pionieri”, cioè i membri del “Comitato pro antica chiesa del Castello di Sarezzano”, per poi sottolineare l’impegno finanziario profuso in questi anni dalla Fondazione CRTortona. Sono seguiti poi l’intervento del Vicario Generale della Diocesi, Mons. Pier Giorgio Pruzzi, che ha portato i saluti del Vescovo e che ha rimarcato l’importanza della sinergia tra i vari enti per poter realizzare interventi di tutela dei beni culturali che giungano ad un effettivo compimento. Ha inoltre ringraziato i relatori, con particolare menzione a Mons. Sergio Pagano, sempre disponibile verso le iniziative promosse dalla Diocesi.     Il Sindaco di Sarezzano, Roberto Gastaldi e il Vice Presidente della Fondazione CRTortona, Carlo Varni, hanno entrambi ricordato la figura di Carlo Boggio Sola, compianto Presidente della Fondazione medesima che per primo ha creduto nel progetto di recupero della chiesa e l’ha portato avanti con grande impegno e generosità. Si è poi entrati nel vivo dell’argomento grazie alla relazione di Padre Pagano, che si è soffermato sulle vicende successive al ritrovamento del Codex Purpureus Sarzanensis che venne alla luce proprio in questa chiesa nell’anno 1585, in seguito ad un’ispezione del Vescovo Gambara durante una Visita Pastorale. Padre Pagano ha sottolineato che numerosi aspetti legati al Codice restano ancora immersi nel mistero, perché molte sono le problematiche da approfondire, prima fra tutte quella legata allo scriptorium nel quale il Codice fu prodotto, mentre uno dei pochi dati certi riguarda la datazione, risalente alla fine del V - inizio VI secolo. Ha poi iniziato l’avvincente racconto di quello che alcuni denominano “il romanzo del Codice” e che inizia negli anni Settanta del XIX secolo grazie a Guerrino Amelli. L’Amelli, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e appassionato studioso di antichi codici, scrisse in una lettera dell’ottobre del 1871 di essere venuto a conoscenza che in un paesino presso Tortona poteva esistere un antico Codice liturgico in pergamena. Il 17 maggio 1872, accompagnato da un sarezzanese, si recò alla chiesa posta sulla sommità del colle e qui “per mero incidente”, aperta una capsula che si trovava a fianco dell’altare maggiore, scoprì un “meraviglioso codice in pergamena purpurea”, uno dei rari Evangeliari recanti la versione della “Vetus Latina”. Da questo momento l’Amelli si impegnò per riuscire ad ottenere che il codice fosse confiscato alla parrocchia di Sarezzano, poiché temeva che le condizioni di conservazione, già precarie, si aggravassero ulteriormente. Nel 1873 il Codice venne depositato presso la Biblio-teca Laurenziana di Firenze. Nel 1885, l’Amelli, divenuto monaco a Montecassino,  portò con sé il Codice, per proseguire i suoi studi. Nel 1924 il nuovo parroco di Sarezzano, don Domenico Botto, richiese la restituzione del Codice alla parrocchia, senza però ottenere alcun risultato. Il Codice fu restituito alla parrocchia il 3 ottobre 1934. Restò a Sarezzano fino all’inizio degli anni ’70 quando, per ragioni di sicurezza, fu trasferito presso il Vescovado di Tortona. Padre Pagano ha ricordato gli studi che lui stesso ha compiuto sul Codice (confluiti nella pubblicazione del 1987 “Nuove ricerche sul codice biblico latino purpureo di Sarezzano”) e i risultati preziosi raggiunti, come ad esempio che il codice non fu vergato da un unico scriba. Nel testo evangelico si riconoscono due grafie differenti: una dell’inizio del VI secolo e l’altra addirittura alla fine del V.

Il secondo intervento è stato quello di Alberto Crosetto, che ha sovrinteso in qualità di Funzionario di Zona agli scavi archeologici condotti all’interno della chiesa. Per una datazione dell’edificio non si può escludere una sua collocazione nel corso del VI secolo, considerando la sua possibile relazione con la sepoltura di S. Ruffino. In epoca romanica la chiesa altomedievale fu completamente trasformata: la chiesa precedente fu demolita e fu creato un nuovo impianto a tre navate concluse da absidi semicircolari, riutilizzando le murature più antiche.

Il terzo intervento è stato dell’arch. Luigi Pedrini, Funzionario di Zona della Soprintendenza per i Beni Architettonici del Piemonte, che ha condotto una ricerca  sulla storia della tutela dell’edificio negli archivi della Soprintendenza stessa.

E’ poi intervenuto l’architetto Giuseppina Rubini, curatrice del progetto di restauro, che ha tracciato un excursus sui lavori eseguiti nei quattro lotti di intervento. Il primo lotto (2003 - 2005) ha riguardato le opere di messa in sicurezza dell’edificio. Il secondo lotto (2005 - 2009) ha visto l’attuazione dello scavo archeologico e del restauro delle tele. Il terzo lotto, iniziato nel 2008 e tuttora in corso prevede l’adeguamento impiantistico del fabbricato. Questo lotto è stato poi interrotto per mancanza di finanziamenti. Il quarto lotto, iniziato nel 2007 e tutt’ora in fase di realizzazione, è incentrato sulla messa in sicurezza della torre campanaria, sulla ricostruzione di tutti i solai lignei e sul risanamento delle parti intonacate degradate.

Tutti questi interventi sono stati finanziati dalla Fondazione CRTortona, dalla Regione Piemonte e dalla Conferenza Episcopale Italiana: l’auspicio è che si possano reperire ulteriori finanziamenti per ultimare i lavori e rendere la chiesa nuovamente fruibile. Ha chiuso i lavori Don Valerio Pennasso, Direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi di Alba e Delegato Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici del Piemonte, che ha sottolineato l’importanza del volontariato nella tutela e promozione dei beni culturali.

Questa giornata di studio, infatti, è stata anche il primo degli incontri promossi dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona in collaborazione con la Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (delegazione del Tortonese) per la formazione dei volontari che saranno impegnati nella valorizzazione delle chiese del centro storico di Tortona, tramite aperture straordinarie e visite guidate.

Don Pennasso ha ricordato che anche a livello regionale si sta lavorando per promuovere un sistema di valorizzazione integrata dei beni culturali e dell’opera di volontariato, tramite una programmazione di interventi sul territorio.             Al termine il numeroso pubblico presente si è trasferito nella chiesa dei Santi Ruffino e Venanzio per ammirare i lavori eseguiti e dove è stata allestita una mostra temporanea su materiale fotografico inerente la chiesa. Sono stati esposti un foglio del Codex Purpureus e la capsella lignea nel quale fu ritrovato nel 1585.

L’esposizione è proseguita domenica 30 settembre, registrando un consistente flusso di visitatori.

L’Ufficio Diocesano Beni Culturali, al termine della manifestazione, vuole esprimere i più sentiti ringraziamenti per la collaborazione a: i volontari della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (Delegazione Tortonese), i titolari delle attività economiche di Sarezzano, Sicur2000, il maestro Armando Bergaglio, il laboratorio Gabbantichità di Tortona, la SOMS di Sarezzano.

Silvia Malaspina

Data: 03/10/2012



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