Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

DOMENICA DI PENTECOSTE

DOMENICA DI PENTECOSTE

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 2,1-11)
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)
Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-17)
Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

 

VANGELO (Gv 14,15-16.23-26)
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

IL SANTO

San Norberto

1/san norberto 3.jpgIl santo di questa settimana fu il fondatore dell’ordine dei Canonici Regolari Premostratensi.

San Norberto, che la Chiesa celebra il 6 giugno, nacque intorno al 1080 in Francia, a Xanten, sulla riva del Reno, dalla nobile famiglia dei Gennep, con legami con la corte di Germania e con la casa di Lorena. Ordinato suddiacono, fu nominato canonico di Xanten e frequentò la corte dell’arcivescovo di Colonia e poi quella dell’imperatore Enrico V. Condusse una vita mondana e dissoluta fino a quando un evento lo sconvolse.

Colpito nel mezzo di un furioso temporale da un fulmine che stava per ucciderlo, Norberto cadde a terra, accecato e assordato, mentre il cavallo, sul quale viaggiava, fuggiva terrorizzato.
Pensando che il tutto fosse accaduto per mano di Dio, abbandonò la corte imperiale, intra- prese il cammino religioso e fu ordinato, nello stesso giorno, diacono e sacerdote nel dicembre 1115, rinunciando a tutto e facendo i voti di povertà, celibato e obbedienza. In segno di ringraziamento fondò l’abbazia di Fürstenberg, che lasciò insieme a delle terre di sua proprietà, all’arcivescovo Conone di Preneste e ai suoi successori Canonici Regolari di Arrouaise e decise di dedicarsi alla predica itinerante.

Ottenuta l’autorizzazione da papa Gelasio II, nel novembre del 1118 partì per la Francia. Nel concilio di Reims dell’ottobre 1119 chiese il rinnovo dell’autorizzazione a papa Callisto II che però lo raccomandò al vescovo di Laon, il quale lo invitò a fondare un monastero nella sua diocesi, in una valle nella foresta di Coucy, chiamata Prémontré, in Piccardia. Ugo di Fosses, Antonio di Nivelles e sette studenti della scuola di Anselmo di Laon furono i suoi primi discepoli nella nuova Abbazia di Prémontré. In seguito Norberto pensò a una regola di vita comune e adottò quella di S. Agostino, e nel Natale del 1121 con i compagni fece la professione solenne e nacque così la Congregazione dei Canonici Regolari Premostratensi.

Fondato l’Ordine si attivò per la sua diffusione e intraprese una vivace opera di evangelizzazione dei Wendi, popolazione pagana delle regioni orientali della Germania. Fu poi nominato arcivescovo di Magdeburgo da papa Onorio II nel 1126.

Negli ultimi anni fu cancelliere e consigliere dell’imperatore Lotario III.
Morì a Magdeburgo il 6 giugno 1134 e fu sepolto nella locale abbazia, poi i suoi resti furono trasferiti nel monastero di Strahov a Praga dove tuttora riposano.
Beneficiò di una canonizzazione equipollente sotto il pontificato di Gregorio XIII, nel 1582, e il suo culto fu esteso alla Chiesa universale da Urbano VIII nel 1621.

Daniela Catalano

Data: 07/06/2022



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