Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Pr 31,10-13.19-20.30-31)
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.

Dal libro dei Proverbi

Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA (1Ts 5,1-6)
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

VANGELO (Mt 25,14-30)
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

LA BEATA

1/karolina.jpgBeata Karolina Kózka

Il 18 novembre ricorre la memoria della beata Karolina Kózka, chiamata anche la “Maria Goretti polacca”, che fu beatificata nel 1987 da Giovanni Paolo II durante una sua visita in Polonia.
Karolina nacque il 2 agosto 1898 nel villaggio di Wal-Ruda vicino alla città polacca di Tarnów, in una povera famiglia contadina.
A sei anni iniziò a frequentare la scuola elementare a Wal-Ruda che terminò con successo dopo sei anni. In questo periodo frequentava con i genitori la chiesa parrocchiale di Radlow, distante dal suo paese circa sette chilometri, dove ricevette la Prima Comunione. Nel 1911 Karolina intraprese un nuovo corso scolastico che proseguì fino al 1913.
Intanto, nel 1912, fu eretta la nuova parrocchia a Zabawa, vicino a Wal-Ruda e lei iniziò a frequentarla e a collaborare con il parroco don Vladislao Mendrala che le affidò l’incarico di catechista per i fratelli e per i ragazzi delle case vicine.
Si dedicò anche all’assistenza di anziani e ammalati.

Nel maggio 1914 ricevette la cresima e nello stesso anno scoppiò la prima guerra mondiale che, sul fronte orientale, vedeva la Russia invadere la Prussia e la Polonia con fasi alterne.
Il 18 novembre un soldato penetrò nella sua casa, la prelevò con forza, davanti al padre terrorizzato e la condusse fuori per violentarla, obbligandolo a seguirlo nel bosco vicino. Karolina si oppose con tutte le forze e cercò di fuggire correndo, ma il militare la raggiunse e la uccise brutalmente con la sciabola.
Il suo corpo fu ritrovato il 4 dicembre, dopo sedici giorni.
L’autopsia stabilì che aveva subito molte vessazioni e ferite, ma che la sua verginità non era stata violata.

Il suo corpo fu sepolto nel cimitero della parrocchia.

Il martirio suscitò molto scalpore fra gli abitanti di tutta la regione perché la giovane fu vittima di una brutale ferocia e difese fino al sangue la sua verginità.
Per questo la sua venerazione iniziò subito dopo il rinvenimento del suo cadavere e al funerale il 6 dicembre nel cimitero della parrocchia – nonostante la guerra – parteciparono circa tremila persone.

Il 18 giugno 1916, vicino alla chiesa di Zabawa, fu benedetto un monumento a suo ricordo.

Nel luogo del delitto, nel bosco, fu collocata una croce.

I vescovi di Tarnów, nel 1965, diedero inizio alla causa di beatificazione. Il 30 giugno 1986 fu approvato il decreto sul suo martirio.
È stata proclamata patrona della gioventù cattolica polacca, dei movimenti e delle associazioni giovanili e anche delle iniziative contro violenza.

Molte persone hanno ricevuto da lei la grazia della guarigione.

Daniela Catalano

Data: 15/11/2020



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