Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (Is 49,3.5-6)
Ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza.

Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore mi ha detto:
«Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,1-3)
Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO (Gv 1,29-34)
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/Jenaro.jpgS. Jenaro Sànchez Delgadillo

La Chiesa il 17 gennaio ricorda san Jenaro Sánchez Delgadillo un prete  messicano che fu giustiziato dai militari durante la guerra “Cristero” in quel paese.

È stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 21 maggio 2000 insieme a 24 compagni martiri della persecuzione messicana.

Nacque a Zapopan, nell’Arcidiocesi di Guadalajara, il 19 settembre 1876. I suoi genitori erano Christopher Sanchez e Julia Delgadillo, cristiani umili e partecipi, che godevano di grande stima. Divenuto sacerdote fu vicario di Tamazulita, nella parrocchia di Tecolotlán.

Era noto per la sua obbedienza, la sua rettitudine, il suo fervore, la sua eloquenza nella predicazione e quando chiedeva una buona preparazione per poter ricevere i sacramenti la gente lo ascoltava con rispetto.

Prima dell’inizio della persecuzione dei sacerdoti da parte del governo di Calles, padre Jenaro aveva percepito nel profondo del suo cuore che non sarebbe stato facile per lui portare avanti il suo ministero e pianse quando si rese conto che le sue sensazioni erano reali e fu dato l’ordine di chiudere le chiese.

Fu imprigionato per aver letto nella chiesa parrocchiale di Zacoalco a Jalisco, la lettera inviatagli dal vescovo. Si trattava di una lettera di protesta contro la persecuzione che era stata avviata verso la Chiesa e i suoi ministri.

Con la sospensione del culto pubblico il santo dovette esercitare il suo ministero sacerdotale in gran segreto.

In diverse occasioni, disse ad alcuni dei suoi fedeli: “In questa persecuzione moriranno tanti sacerdoti e forse io sarò uno dei primi”.

Il 17 gennaio 1927 Padre Jenaro si allontanò con un gruppo di vicini di casa.

Tornando al ranch, il padre e i suoi compagni si resero conto che i soldati li stavano cercando. Non riuscirono a sfuggire all’arresto, ma mentre i suoi compagni furono rilasciati, il sacerdote fu portato a Tecolotlán.

Il capo dei soldati ordinò che gli si mettesse una corda intorno al collo. Padre Jenaro posto di fronte al plotone, con eroica serenità proferì le seguenti parole: “Paesani, mi impiccheranno; io li perdono, che anche mio Padre Iddio li perdoni e che sempre viva Cristo Re!”. I carnefici tirarono la corda così forte che la testa del martire battè violentemente su un ramo dell’albero.

Dopo poco morì nella notte del 17 gennaio 1927. L’astio dei soldati continuò e tornati all’alba calarono il cadavere, gli spararono sulla spalla sinistra e pugnalarono con la baionetta il corpo inerte del martire di Cristo. La notizia si sparse per tutta la zona e in massa raggiunsero Tecolotlán. Le autorità, temendo una reazione violenta della folla, ne ordinarono la sepoltura immediata.

Daniela Catalano

 

Data: 18/01/2020



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