Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (Sir 35,15-17.20-22)
La preghiera del povero attraversa le nubi.

Dal libro del Siràcide

Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (2Tm 4,6-8.16-18)
Mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/san gerardo1.jpgSan Gerardo Della Porta

La Chiesa il 30 ottobre ricorda san Gerardo Della Porta, vescovo di Potenza e patrono della città.

Gerardo era originario di Piacenza, dove ci sono ancora tracce della sua famiglia.

Addirittura un membro della casata dei Della Porta era stato investito della carica di console cittadino. Giunse in Lucania all’inizio del 1100, molto probabilmente per prendere parte all’organizzazione della crociata indetta da papa Urbano II, che di lì a poco avrebbe preso il largo dal porto di Brindisi.

Il giovane sacerdote, per ragioni misteriose, rinunciò a quell’impresa e si stabilì a Potenza dove con molto impegno iniziò la sua opera di apostolato, soprattutto tra i giovani. Era di temperamento mite, contemplativo, incline alla preghiera, alla meditazione, agli studi e ben presto cominciò a godere dell’ammirazione di molti.

Quando nel 1111 morì il vescovo della città, Gerardo fu acclamato dal popolo quale suo successore e rimase in carica come vescovo di Potenza per circa otto anni, fino alla sua morte, avvenuta il 30 ottobre 1119.

La sua “Vita” composta da Manfredi, suo biografo e successore nella cattedra episcopale racconta di numerosi prodigi compiuti dal santo, tra i quali la trasformazione dell’acqua in vino.

Dopo la morte emersero molti aspetti taumaturgici della vita del santo e aumentarono i numeri dei miracoli a lui attribuiti.

La guarigione dei malati, la restituzione della vista ai ciechi e della salute ai paralitici, sono solo alcuni di questi.

La fama di taumaturgo gli valse l’acclamazione popolare per il riconoscimento della sua santità e papa Callisto II lo proclamò santo nel 1224 con la canonizzazione “viva voce”, cioè senza documentazione scritta. Le fonti storiche attestano che il culto gerardiniano fu particolarmente vivo in Italia durante il XIII secolo.

La città di Potenza rievoca ogni anno la vicenda storico-leggendaria che lo avrebbe visto protagonista, ovvero la miracolosa cacciata dei saraceni dalla città. Tale miracolo è probabilmente una rielaborazione che la popolazione potentina fece nei secoli successivi.

Secondo la tesi popolare la città di Potenza subì un’invasione turca, che fu superata grazie all’intervento di Gerardo che invocò l’aiuto di angeli celesti che scacciarono gli invasori.

La certezza che sia una leggenda è dovuta dal fatto che i Turchi giunsero alle porte di Potenza mediante il fiume Basento; anche se oggi di ridotte dimensioni nel passato avrebbe potuto avere dimensioni più elevate ma, calcolando i tempi geologici molto brevi, non tali da far transitare un’intera flotta di navi.

Questo evento della cacciata dei turchi è ricordato nella sfilata del 29 maggio, che precede il giorno in cui si ricorda la traslazione delle sue reliquie. Il santo si festeggia anche il 30 ottobre, giorno della sua morte.

Daniela Catalano

Data: 26/10/2019



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