Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

I DOMENICA DI AVVENTO: la riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Ger 33,14-16)
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.

Dal libro del profeta Geremìa

Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 24)
Rit: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

SECONDA LETTURA (1Ts 3,12-4,2)
Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

VANGELO (Lc 21,25-28.34-36)

La vostra liberazione è vicina.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

LA SANTA DELLA SETTIMANA

1/SANTA-BARBARA.jpgSanta Barbara

Il 4 dicembre la Chiesa cattolica e quella ortodossa celebrano la festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, dei Marinai e degli artificeri.

Nacque a Nicomedia nel 273, in Asia Minore, in quella che è l’attuale Izmit, porto della Turchia. Si distinse per l’impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di “barbara”, cioè straniera, non romana.
Tra il 286 - 287 Barbara si trasferì nella villa di Scandriglia, in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell’imperatore.
Il padre l’aveva destinata in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò il matrimonio. Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana.
La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano e rinchiusa in una cella.

Nella prigione, un giorno, si sprigionò un incendio e lei uscì viva dalle fiamme.

Durante il processo, iniziato il 2 dicembre 290, Barbara difese la sua fede cristiana ed esortò Dioscoro, il prefetto e i presenti a ripudiare la religione pagana.
Questo le costò dolorose torture. Il 4 dicembre fu decapitata dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine.
I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.

Esistono molte redazioni in greco e traduzioni latine della “Passio” di Barbara; si tratta, però, di narrazioni leggendarie, il cui valore storico è molto scarso e in cui si riscontrano non poche divergenze.
In alcune, infatti, il suo martirio è posto sotto l’impero di Massimino il Trace (23538) o di Massimiano (286305), in altre, invece, sotto quello di Massimino Daia (30813).

Né maggiore concordanza esiste sul luogo di origine.

Ci si trova di fronte al caso di una martire il cui culto fu molto diffuso, in Oriente e in Occidente, ma per la quale la leggenda ha arricchito con molti particolari la sua vita.
Il suo culto si diffuse rapidamente in Italia, probabilmente durante il periodo dell’occupazione bizantina nel sec. VI, e si sviluppò poi durante le Crociate.
Se ne trovavano tracce in Toscana, in Umbria e nella Sabina.
Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa; in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori.
Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è denominato “Santa Barbara”.
Pio XII con un Breve Pontificio del 4 dicembre 1951 l’ha proclamata Patrona della Marina Militare.

Daniela Catalano

Data: 30/11/2018



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