Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vescovo

Pellegrinaggio dell'Oftal a Lourdes

Pellegrinaggio dell'Oftal a Lourdes

Dal 29 luglio al 2 agosto il pellegrinaggio dell’Oftal diocesana a Lourdes, guidato dal Vescovo

Dietro le quinte del viaggio della speranza

TORTONA - Luglio è un mese di viaggi e tra questi ce n’è uno che il nostro settimanale segue sempre con grande attenzione: il pellegrinaggio organizzato dall’Oftal. 

Un viaggio “speciale”, dove la meta è il luogo in cui “il paradiso ha toccato la terra”.
Dal 29 luglio al 2 agosto più di 500 persone, tra malati, barellieri e dame, partiranno, accompagnate dal Vescovo Mons. Vittorio Viola, dal presidente dell’Oftal Michele Rossetti e dall’assistente diocesano mons. Marco Daniele, alla volta di Lourdes,

in mezzo ai Pirenei. Quest’anno ci sarà anche un’importante novità.
Giungeranno alla grotta di Massabielle 70 giovani della Pastorale Giovanile diocesana, pronti a vivere un’intensa esperienza di volontariato e di condivisione.

A guidare i pellegrini, come tema dell’anno, il Magnificat di Maria, la preghiera della speranza, nella quale la Vergine esprime la gioia di essere stata visitata da Dio.
La preparazione del pellegrinaggio richiede un grande lavoro di squadra che dura tutto l’anno e a coordinarlo, insieme al presidente e all’assistente, sono due importanti figure ovvero il responsabile medico Carlo Cebrelli e il responsabile tecnico Giannantonio Pozzoli.
A loro abbiamo chiesto di raccontarci il “dietro le quinte” di questo vero e proprio “viaggio della speranza”.


 

1/cebrelli .jpgResponsabile medico

Carlo Cebrelli, medico vogherese, è il figlio del dottor Danilo Cebrelli, “anima” per tanti anni dell’Oftal diocesana e figura indimenticata per generazioni di oftaliani. 

Qual è il compito del responsabile medico?

Il primo compito del responsabile medico è di partecipare alle riunioni preparatorie del pellegrinaggio, di valutare le schede sanitarie degli ammalati, premurandosi che ognuno sia accompagnato dal proprio tesserino sanitario.

Deciderà, inoltre, quali medicine saranno necessarie e si assicurerà che tutti i dispositivi sanitari vengano scrupolosamente controllati. Organizzerà la distribuzione di apposite borse di pronto intervento ad ogni singolo mezzo e non ultimo si occuperà del più idoneo collocamento degli ammalati nei bus attrezzati. 

Cosa fa il responsabile medico a Lourdes?

Una volta a Lourdes il responsabile medico assume una funzione attiva di coordinamento, di assistenza e di controllo, in collaborazione con gli altri medici che partecipano al pellegrinaggio.

Organizza i vari turni di assistenza, prendendovi parte attiva, in modo che vi sia una costante copertura sanitaria sia di giorno sia durante la notte. Sovrintende, assieme ai colleghi farmacisti, alla corretta distribuzione delle terapie mediche. 

Quanti sono i medici che partecipano?

Al prossimo pellegrinaggio sono attualmente iscritti otto medici e quattro farmacisti, quantunque si auspica che le adesioni possano nei prossimi giorni aumentare.
La tipologia degli ammalati è molto varia e di solito trasportiamo persone affette da patologie croniche stabilizzate o progressive, patologie neuropsichiche, patologie oncologiche, ma abbiamo portato anche ammalati con terapie più complesse, come la nutrizione artificiale, per la cui gestione ci siamo dovuti confrontare con la sistemazione nei bus, che non sono una sede propriamente consona, per mancanza di spazio e di privacy. 

Il tema del 2017 “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!” parla del Magnificat della speranza, come si coniuga la speranza con la scienza e con la medicina?

Come ogni anno il Santuario di Lourdes propone ai pellegrini un tema pastorale. La frase prescelta, tema cuore di questo 2017 è una preghiera sgorgata dalle labbra e dal cuore di Maria.
E questa riflessione sarà il centro del nostro cammino di speranza, in particolare di quello dei sofferenti.
Non c’è conflitto fra Fede e Scienza, anche se l’atto di fede trascende la ragione. La constatazione di certe guarigioni inspiegabili, testimoniate da tutta una serie di esami clinici precisi prima e dopo di essa, appartiene alla scienza. 

Come è diventato responsabile medico e da quanti anni?

L’incarico di responsabile medico è di competenza del Consiglio Diocesano e io lo ricopro dal 1994. 

Quale è la motivazione che ti spinge a fare il pellegrinaggio e cosa diresti a un medico che ti chiedesse di fare questa esperienza?

Partecipare al pellegrinaggio rappresenta per me un’esperienza unica di servizio, preghiera e fede, dedicata ai bisognosi, in piena libertà, assoluta gratuità e non condizionata dal riconoscimento del bene fatto.

Infine, cosa potrei dire a chi mi chiedesse di fare questa esperienza…?

Di non rinunciare assolutamente a questo arricchimento spirituale.


 

1/pozzoli.jpgIl responsabile tecnico è Giannantonio Pozzoli, medico dentista vogherese, oftaliano doc, che va a Lourdes dall’anno della sua maturità, e che ricopre questo incarico da ormai trent’anni.

A lui è richiesto di occuparsi di ogni particolare, dal più significativo al più banale, perché tutto riesca al meglio e, per ora, è sempre stato così…

Quale è il ruolo del responsabile tecnico?

Spostare tante persone (circa 500 e in alcuni anni fino a 900) in pullman o in treno, come si faceva prima, significa portare in giro un piccolo paese e quindi occorre avere un’organizzazione capace di far fronte alle eventuali situazioni critiche.
Io sono l’esecutore pratico di un indirizzo organizzativo portato avanti dal consiglio dell’Oftal e dal presidente. Adesso si va in pullman, circa 10 o 11, mentre prima si andava in treno.

In che modo si organizza il pellegrinaggio?

Le date sono fornite dal santuario e dall’Oftal centrale. In base alle date proposte la diocesi di Tortona sceglie il suo periodo che per tradizione è sempre tra luglio e agosto perché così si è sempre avuto un buon numero di giovani partecipanti.
C’è tutta una logistica a monte. L’Oftal centrale di Trino, tramite la sua agenzia, la Sogevi Tour, organizza il viaggio, ovvero pensa ai mezzi, agli alberghi e all’assistenza.
All’interno di questo connettivo si va a creare la struttura del pellegrinaggio secondo le esigenze diocesane.
Bisogna avere la capacità di scegliere dei dirigenti che sappiano muoversi. Questo è il compito del capo barelliere che oggi si chiama responsabile tecnico. In base alla mia esperienza e alla disponibilità ho realizzo l’organigramma del pellegrinaggio e ogni anno cerco di fare qualche rinnovamento e di effettuare un certo turn over, con un’attenzione particolare ai giovani.
In trent’anni ho visto passare quattro generazioni. Tante dame e barellieri sono venuti da giovani e poi sono tornati negli anni.
Alcuni addirittura con la famiglia. L’organizzazione, infatti, prevede sempre il “pullman famiglia”. I genitori prestano il loro servizio e altri volontari intrattengono i piccoli. Il lavoro inizia un anno prima e finisce al termine del viaggio.
Bisogna scegliere i vari responsabili (bus, refettorio, alberghi, bagagli) e curare tutti gli aspetti organizzativi. L’organizzazione viene messa a punto nell’ultimo mese.
Io collaboro in modo stretto con il responsabile medico, Carlo Cebrelli, l’assistente diocesano, mons. Marco Daniele, l’animatore liturgico, Pier Paolo Boffi e, soprattutto, con la segreteria che è gestita da Franca Maria Bruni, con grande competenza e precisione.

Hai dei ricordi particolari di questi 30 anni?

Quando ero molto giovane e facevo ancora il barelliere ho conosciuto suor Luigina Traverso che è stata miracolata a Lourdes. Lei è sempre stata un grande esempio di fede e di coraggio e soprattutto nei primi anni in cui facevo il responsabile tecnico ricordo che mi ha sempre sostenuto e mi ha spronato a continuare a svolgere questo incarico, nonostante le difficoltà.
Quando i medici di Lourdes hanno riconosciuto il suo miracolo come il 68° ufficiale, mi sono commosso perché conoscevo la sua storia e la sua persona.

Un altro ricordo che conservo nel cuore è legato a un malato giunto a Lourdes in coma, dopo un incidente stradale.
Ad accompagnarlo c’erano gli Alpini di Casteggio. Lui era completamente apatico ed era nutrito con un sondino nasogastrico.

Sul suo volto non c’era nessuna espressione nonostante gli sforzi degli amici per provocare qualche sua reazione.
Quando lo abbiamo accompagnato alla grotta sulla barella, ai piedi della Madonna, però, ho visto i suoi occhi riempirsi di lacrime. Di fronte a questa scena io e gli altri ci siamo emozionati e siamo rimasti molto colpiti. Dopo una settimana dal ritorno a casa l’ammalato è morto.

Come si coniuga il tema di quest’anno che è la speranza con il pellegrinaggio?

Si coniuga con l’intuizione del Vescovo di coinvolgere la Pastorale Giovanile nel viaggio a Lourdes.
La speranza è vedere i giovani che partecipano e crescerli secondo un’etica di solidarietà e di aiuto fraterno. Questa idea ha comportato l’iscrizione di più 70 giovani tra i 15 e i 25 anni di tutta la diocesi che verranno per la prima volta a Lourdes, con la speranza che possano trovare la serenità e la gioia.
Il viaggio è sempre guidato dal Vescovo diocesano che è il presidente generale del pellegrinaggio. Mons. Viola quest’anno è alla sua seconda esperienza.

Data: 13/07/2017



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