Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

SANTISSIMA TRINITA': Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Es 34,4-6.8-9)
Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.

Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».

Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

SALMO RESPONSORIALE (Dn 3,52-56)

Rit: A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

SECONDA LETTURA (2Cor 13,11-13)
La grazia di Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

VANGELO (Gv 3,16-18)

Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

IL SANTO

1/san medardo.jpgSan Medardo vescovo

La Chiesa oggi, 8 giugno, ricorda San Medardo vescovo franco vissuto nel VI secolo.

Suo padre era uno dei nobili Franchi che conquistarono la Gallia con Childerico I.

Sposò Protagia, appartenente a una nobile famiglia gallo-romana convertitasi al cristianesimo per sposarlo.
Suo fratello era San Gildardo, vescovo di Rouen. La famiglia di Medardo si era stabilita nel piccolo villaggio di Salency, nei pressi di Noyon.
Medardo fa parte della prima generazione “francese”, nata dalla fusione delle due stirpi. Dopo gli studi a Viromandensium (attuale Saint-Quentin) fu ordinato sacerdote e divenne famoso per alcuni miracoli attribuitigli.
Divenne poi vescovo di Tournai e successivamente di Noyon, unendo nel 534 le due sedi vescovili. Il suo episcopato durò fino al 545.

Era pastore nel territorio sul quale regnava Clotario I, uno dei quattro figli di Clodoveo, che alla morte del padre si erano spartiti il regno.
Più tardi, morti i fratelli, Clotario I regnerà da solo sui Franchi.
Un giorno arrivò nel suo episcopio una donna disperata. Era Radegonda, figlia del re di Turingia, arrivata alla corte di Clotario I come “bottino di guerra”, e infine sua moglie, continuamente tradita e offesa dal marito, che fece uccidere anche uno dei suoi fratelli.
La donna stanca e umiliata lasciò tutto e decise di farsi monaca.
Medardo l’accolse, la consacrò diaconessa e l’avviò verso la nuova vita. Radegonda fondò poi un monastero e un ospedale a Poitiers. Clotario riconobbe la sua colpa e quando, poco tempo dopo, intorno al 560 Medardo morì, ne fece trasportare la salma nella sua capitale, a Soissons, dove gli eresse una basilica con annesso monastero, che divenne celebre perché vi fu rinchiuso Lodovico il Pio, figlio di Carlomagno, imperatore d’occidente dall’814 all’840.
Il culto per il vescovo si divulgò per voce popolare, finché il suo nome fu iscritto nel Martirologio Geronimiano e poi in quello Romano.
Di lui si narrano diversi miracoli mentre era ancora in vita. Racconti forse leggendari ma che dicono molto della sua fama di generosità.
Una notte, un ladro penetrò nella sua vigna e dopo il furto, mentre cercava di fuggire, Medardo gli indicò la strada.
Un altro ladro voleva portare via al santo una mucca che aveva un rumoroso battacchio e Medardo lo aiutò nell’impresa.
Era invocato contro il mal di denti.

Per secoli, il suo nome è stato poi associato anche alla meteorologia, secondo un detto popolare: “Se piove nel giorno di san Medardo pioverà ancora per altri quaranta giorni”, a meno che S. Barnaba (11 giugno) “gli rompa il naso”.

Data: 08/06/2017



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