Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

ASCENSIONE DEL SIGNORE

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».

Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)

Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 1,17-23)
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.

Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.

Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

VANGELO (Mt 28,16-20)

A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

IL SANTO

1/San Pietro Sanz Jorda.jpgSan Pietro Sanz i Jordà 

La Chiesa il 26 maggio ricorda San Pietro Sanz i Jordà, vescovo appartenente alla schiera di missionari e fedeli uccisi in Cina in odio alla fede cristiana.
Nacque il 1° settembre 1680 nella cittadina di Ascò, diocesi di Tortosa, in Spagna. Uno zio cappellano della cattedrale di Lerida si prese cura della sua educazione.

Da giovane fu attratto dalla vita religiosa e volle entrare nel convento dei Domenicani di Lerida, dove fece la sua professione il 6 luglio 1698 e fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1704. Fu poi trasferito dietro sua richiesta, al convento di Sant’Ildefonso a Saragozza di osservanza più rigorosa.

A 32 anni, si sentì attratto dal richiamo missionario e chiese e ottenne di essere inviato in Estremo Oriente; lasciò la Spagna verso la metà del 1712 e raggiunse Manila nelle Filippine a fine agosto del 1713, dopo due lunghe soste in Messico e nelle Isole Marianne.
Restò due anni a Manila, dove oltre all’esercizio del suo ministero sacerdotale, imparò la lingua cinese, dove fu inviato nel giugno 1715 stabilendosi nel Fukien.
Un anno dopo nel 1716 fu nominato vicario provinciale, carica che ricoprì per 14 anni, associata alla sua opera di missionario, che diede ottimi frutti in conversioni, nonostante la ripresa della persecuzione che si era abbattuta sulla sua provincia di Fukien e in quella di Chekiang, che erano le più cristiane. Essendo ricercato dai persecutori fu costretto a rifugiarsi a Canton, l’unico luogo dell’immenso impero dove i missionari europei erano ancora tollerati.

Mentre si trovava lì fu nominato vescovo titolare di Mauricastro e venne consacrato il 24 febbraio 1730. Avendo continuato anche a Canton l’opera di evangelizzazione, fu esiliato nel 1732 a Macao dove rimase quasi sei anni.
Il 9 maggio 1739, riprese la sua vasta attività missionaria, predicando, catechizzando, soccorrendo i bisognosi.
Vedendo le sofferenze che i fedeli dovevano subire da parte dei persecutori, decise di consegnarsi ai cinesi.

Uscì dal suo nascondiglio nel villaggio di MocYong e si fece catturare il 30 giugno 1746.
Condotto a Fuchen fu sottoposto a estenuanti interrogatori, maltrattamenti e vessazioni di ogni genere e condannato alla decapitazione il 18 dicembre 1746.

La sentenza fu eseguita il 26 maggio 1747.

Daniela Catalano

Data: 27/05/2017



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