Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI AVVENTO: Riflessione di Mons. Vescovo

II DOMENICA DI AVVENTO: Riflessione di Mons. Vescovo

  LE LETTURE DELLA DOMENICA  

PRIMA LETTURA (Is 11,1-10)
Giudicherà con giustizia i miseri.

Dal libro del profeta Isaìa

In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e d’intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.
La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)

Rit: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

SECONDA LETTURA (Rm 15,4-9)
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

VANGELO (Mt 3,1-12)

Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

IL SANTO

1/san bernardo 1.jpgSan Bernardo degli Uberti

Il 4 dicembre la Chiesa fa memoria di San Bernardo degli Uberti che fu vescovo di Parma, proclamato santo nel 1139.

Nacque a Firenze intorno al 1060 in una delle più illustri famiglie fiorentine dell’epoca. Rimase presto orfano di padre e si ritrovò erede del cospicuo patrimonio di famiglia, ma preferì rinunciarvi.
Decise di abbracciare la vita religiosa in un momento particolarmente delicato per la storia della Chiesa, quello successivo alla morte in esilio di papa Gregorio VII che vide momenti di massima tensione tra papato e impero per la lotta per le investiture.
Nel 1085 entrò come monaco nell’abbazia di San Salvi della congregazione vallombrosana dell’Ordine di San Benedetto.

Nel 1089 fu eletto abate di San Salvi, poi abate generale della congregazione a Vallombrosa. Sotto il suo governo l’Ordine ebbe un grande sviluppo, uscendo fuori dai confini toscani e allargandosi in Emilia e Lombardia.
I documenti testimoniano i suoi viaggi a Milano, Monza, Pavia, Brescia, Modena, Mantova, in particolare nei domini della contessa Matilde di Canossa, presso cui divenne legato pontificio.
Solo a Parma, Bernardo trovò resistenza alla sua opera.

Il 15 agosto 1104, mentre parlava al popolo nella cattedrale, fu aggredito e imprigionato, per liberarlo dovettero intervenire le truppe della contessa, ma due anni dopo la situazione era totalmente cambiata al punto che Parma chiese come vescovo proprio Bernardo. Papa Pasquale II, nel novembre del 1106, consacrò la nuova cattedrale e consacrò il legato pontificio, che ponendo la sua sede a Parma, faceva diventare la città centro dell’azione di riforma del nord Italia.
La riforma monastica rimase per lui il maggiore impegno e pur essendo vescovo di Parma, continuò a vestire e vivere come monaco, tenendo vita in comune con i monaci e rimase sempre legato ai suoi vallombrosani, ottenendo per loro un privilegio di protezione imperiale. Fu coinvolto nella difficile successione del defunto imperatore.
Nello scisma del 1130, che vide opposti papa Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II, si schierò con i vallombrosani con Innocenzo, seguito anche dai camaldolesi. Ormai anziano e malato, accolse a Verona l’imperatore Lotario e l’accompagnò a Roma; morì a Parma il 4 dicembre 1133.

Daniela Catalano

 

Data: 04/12/2016



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