Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

V DOMENICA DI PASQUA : la riflessione del Vescovo

Le letture della domenica  

PRIMA LETTURA (At 14,21-27)
Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)

Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

SECONDA LETTURA (Ap 21,1-5)
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

VANGELO (Gv 13,31-35)

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/adalberto_1.jpgSant’Adalberto

Il santo di questa settimana, ricordato dalla Chiesa il 23 aprile, è un martire della fede che annunciò il Vangelo nell’Europa centrale.

Sant’Adalberto di Praga nacque nel 956 a Libice in Boemia e il suo nome di origine era Voitiech. Era un rampollo della nobile famiglia degli Slavnik.
Per i suoi studi fu mandato in Germania a Magdeburgo presso la famosa scuola della cattedrale, dove il vescovo Adalberto lo cresimò e in suo onore ne prese il nome.
I genitori, durante una grave malattia che lo ridusse in fin di vita, fecero voto di consacrarlo a Dio e alla Madonna.

Nel 981 tornò in Boemia e fu ordinato sacerdote dal primo vescovo di Praga, il tedesco Tithmaro, cui successe sulla cattedra vescovile dopo la sua morte.

Eletto vescovo fece il suo ingresso a Praga senza alcuna ostentazione personale. Cominciò subito a proporre il Vangelo come qualcosa da vivere quotidianamente abbandonando le pratiche pagane.
Ben presto le enormi difficoltà e le dure resistenze ebbero il sopravvento e accorgendosi del fallimento della sua missione, nel 988 decise di rifugiarsi a Roma, nel monastero sul colle Aventino, dove si fece benedettino.
I vescovi della Germania però protestarono a Roma e Giovanni XV lo rimandò a Praga. Lui obbedì e tornò.
Purtroppo anche questa volta non bastarono la sua grande cultura e la sua vita ascetica a rendergli facile il compito e riparò di nuovo a Roma nel monastero dove fu eletto priore.

In questo secondo soggiorno conobbe Ottone III giunto in città per l’incoronazione a imperatore.

Questi apprezzò la sua grande cultura e la sua mitezza e vide in lui un maestro e un padre. A Roma lo raggiunsero due brutte notizie.
La prima fu l’uccisione di alcuni parenti e familiari e la seconda l’ordine di Papa Gregorio V di tornare ancora una volta nella sua diocesi.
Obbedì e tornò verso Praga, ma il duca di Boemia, gli proibì di tornare. Accettò allora l’invito del duca Boleslao di predicare il Vangelo in Polonia e in questa terra la sua predicazione ebbe successo.

Nel 996 decise di spingersi con alcuni monaci nel nord della Polonia, nel territorio di Danzica.
La sua opera missionaria purtroppo durò solo pochi giorni: nella primavera del 997 Adalberto e i suoi compagni furono catturati e furono uccisi il 23 aprile.
La sua canonizzazione “vox populi” avvenne nell’anno 999.

Il suo corpo, dal 1039, è conservato nella cattedrale di Praga.

Daniela Catalano

Data: 21/04/2016



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