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Mons. Guido Marini
Vescovo

L'AC e il V Convegno Ecclesiale Nazionale

L'AC e il V Convegno Ecclesiale Nazionale

L’intervento del presidente diocesano

TORTONA - Il Convegno ecclesiale di Firenze si avvicina (9-13 novembre 2015) e l’Azione Cattolica diocesana vuole ribadire l’importanza dell’appuntamento fiorentino, non solo per il tema posto al centro della sua riflessione (“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”), ma anche perché il Convegno, così come quelli che lo hanno preceduto, offre una preziosa occasione di confronto, di lettura della realtà, di discernimento, di progettazione comune del cammino che attende la Chiesa italiana nei prossimi anni.

L’Azione Cattolica vuole contribuire a far conoscere la Traccia preparatoria per cogliere l’essenza di “riconoscersi figli” che è la chiave di comprensione della nostra umanità.
Come associazione siamo sollecitati a ritrovare l’importanza dell’impegno formativo nell’accompagnare la crescita di ragazzi, giovani e adulti perché sappiano trovare nell’incontro col Signore la radice della propria umanità, maturando un atteggiamento di responsabilità che “è nel riceversi come dono e nella capacità di farsi dono e riconoscersi figli, che vuol dire stare al mondo da figli con la gratitudine di chi riceve e, per questo, sa custodire, fa crescere, fiorire, coltivare per aiutare a dare i frutti migliori”.

In questi pochi mesi che ci separano dal Convegno, vorremmo coinvolgere le associazioni e le comunità cristiane della nostra diocesi a passare dal parlare “del” Convegno a parlare “col” Convegno perché le persone, le famiglie colgano sempre più in profondità che se siamo figli siamo dunque fratelli ed è essenziale favorire la maturazione della cultura della comunità.

I contenuti del Convegno di Firenze arricchiscono l’esperienza formativa e l’impegno in Azione Cattolica, e le vie indicate dalla traccia preparatoria sono come le linee lungo cui l’associazione è chiamata a vivere la propria proposta e il proprio servizio, per concorrere con generosità e responsabilità, ad alimentare e far crescere quella testimonianza di fedeltà alla “pienezza dell’umano” che deve impregnare di sé la vita di tutta la comunità ecclesiale.
È in questa prospettiva che le “cinque vie” che sono state scelte per il Convegno acquistano pienezza di senso e inseriscono la marcia per il cammino dell’associazione, dentro il cammino della Chiesa.
Perché uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare non saranno ridotte a formule svuotate di contenuto o modi diversi per chiamare quello che si è sempre fatto. Non è possibile uscire se non per annunciare, con la consapevolezza che l’annuncio è vero se abitato, solo così si è in grado di educare per trasfigurare il mondo e scoprire che la propria umanità è radicata in Cristo Gesù e aiutando ciascuno a vedere nella propria quotidianità le ragioni della gioia, della gratitudine e della lode al Signore.
Un compito a cui l’Azione Cattolica si sente chiamata e, a tal proposito, nei prossimi mesi di settembre e ottobre, intende promuovere incontri assembleari diocesani e parrocchiali per impegnarsi a passare, come già detto, dal parlare “del” Convegno a parlare “col” Convegno.

Lavoriamo per questo appuntamento.

Raffaele Bonaventura

Data: 15/07/2015



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